La tardiva solidarietà di Schlein e Conte alla Meloni

Elly Schlein e Giuseppe Conte sparano a zero su Giorgia Meloni anche nel giorno in cui sua figlia viene minacciata di morte. Solo a tarda sera arriva la loro solidarietà

La tardiva solidarietà di Schlein e Conte alla Meloni
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Elly Schlein e Giuseppe Conte sparano a zero su Giorgia Meloni anche nel giorno in cui sua figlia viene minacciata di morte. Mentre gli altri esponenti politici più o meno sommessamente esprimono la propria solidarietà al presidente del Consiglio, la segretaria del Pd e il leader del M5S hanno preferito prima attaccare Meloni e, solo a tarda sera, si sono accodati alla lunga lista di parlamentari (e non) che erano già intervenuto su questo tema.

Schlein, durante un'iniziativa per il Sì ai referendum, infatti, ha dichiarato: "L'8 e il 9 giugno noi invitiamo tutte e tutti ad andare a votare e vorremmo sapere se lo farà anche la presidente del consiglio Meloni che continua a ignorare e a tacere su questi referendum, che si è rifugiata dietro la posizione del suo partito che è quella dell'astensione, dell'invitare le persone a non votare, perché hanno paura della partecipazione, hanno paura del riscontro democratico delle cittadine e dei cittadini che trasversalmente vogliono dire basta alla precarietà e vogliono dire sì a una migliore legge sulla cittadinanza". E ancora: "Giorgia Meloni ci deve dire cosa farà l'8 e il 9 giugno, come andrà a votare, anche perché vuol dire che se non lo fa, quando si rifugiano dietro l'invito all'astensione, è perché hanno paura di dire che sono contro questi referendum. Hanno paura di dire che sono perché la precarietà aumenti, come hanno fatto con le loro leggi, e allora almeno abbiano il coraggio di dirlo al Paese, invece che rifugiarsi dietro il silenzio e l'invito all'astensione", conclude Schlein. Solo alle 20 è arrivata la brevissima nota della segretaria dem in cui ha dichiarato quanto segue: “Orrende e inaccettabili le minacce sui social ai figli di Meloni e Piantedosi, cui va la nostra solidarietà per le intimidazioni ricevute. Il confronto politico e la critica non devono mai, in un paese democratico e civile, trascendere in odio e minaccia, in intimidazione personale o familiare”.

Sono state molto tardive anche le parole di Giuseppe Conte che si è espresso solo dopo aver pubblicato un video sui social in cui punta il dito contro le promesse fatte da Meloni sull'immigrazione e sul blocco navale, sulle accise, sullo spread, sulle tasse, sull'abolizione delle regioni. "Purtroppo sono passato anche io per orribili e inaccettabili minacce ai figli: un imbarbarimento che non auguro a nessuno. Piena solidarietà a Meloni e a Piantedosi", ha scritto l'ex premier sui social.

Un messaggio che è arrivato dopo una stringatissima nota firmata dai due capigruppo di Camera e Senato Riccardo Ricciardi e Stefano Patuanelli che recita così: "Le minacce di morte alla famiglia di Giorgia Meloni e del Ministro Piantedosi sono ripugnanti, disgustose, ingiustificabili. Solidarietà alle famiglie della premier e del ministro". Delle serie 'meglio tardi che mai'.

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