Imprudenza. Imbarazzo. E la sensazione, tutta italiana, che la storia abbia un lato oscuro ancora da decifrare. Sì, perché i rapporti fra la famiglia del ministro Anna Maria Cancellieri e i Ligresti sono, come dire, multistrato. E potrebbero rivelare più di una sorpresa. Ricapitolando, la scorsa estate Cancellieri, da molti anni amica di Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, si attiva con i dirigenti del ministero per monitorare con la massima attenzione la posizione di Giulia Ligresti, una delle figlie di Salvatore, che langue in carcere, rifiuta il cibo ed è alto rischio anoressia. Una sollecitazione umanitaria, dunque. E così si è giustificato l'ex ministro dell'Interno: «Era mio dovere intervenire».
Si potrebbe obiettare che la forma ha la sua importanza e va rispettata. Particolarmente da una figura istituzionale che ha dei doveri precisi. Invece, Cancellieri, puntualmente intercettata, si lascia andare al telefono con Gabriella Fragni, a considerazioni discutibili e mantiene un canale privilegiato con i Ligresti, tanto che Antonino, fratello di Salvatore e zio di Giulia, le invia sms fin troppo espliciti: «Novità?». Insomma, l'impressione è che il ministro si sia speso in modo speciale per persone a cui teneva particolarmente, anche se nei binari di ciò che era lecito fare. Il tema è quella dell'opportunità dell'intervento. E da questo punto di vista si scopre che la questione è ancora più scivolosa. Infatti il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, è stato per quattordici mesi, fra il 2011 e il 2012, direttore generale di Fonsai e ora è un testimone chiave della procura di Torino nell'inchiesta che ha portato all'arresto di quasi tutta la famiglia per un presunto buco di 538 milioni di euro. Ma i magistrati piemontesi non sono del tutto convinti della correttezza di Peluso e hanno deciso di approfondire la sua posizione: certo il figlio della Cancellieri è «stato promotore di pulizia di bilancio» ma i pm vogliono capire se abbia avuto «l'intento di escludere l'azionista di riferimento (i Ligresti) o abbia fatto emergere lacune (e quindi falsità) relative ai bilanci degli anni precedenti». Siamo dunque ad uno snodo delicatissimo: Peluso arriva alla corte dei Ligresti su input delle banche in un momento difficilissimo, quando l'impero già scricchiola, e se ne va ad un passo dal disastro finale del gruppo. Qual è stato il comportamento del figlio del ministro che ora è direttore finanziario di Telecom?
Anche i pm di Milano hanno acceso un faro sulla sua attività, questa volta per l'ingresso nella compagine azionaria di Fonsai del fondo Amber. L'ipotesi, che in qualche modo contrasta con quella torinese, è che Peluso abbia favorito, offrendo uno sconto robusto, l'arrivo di Amber e proprio Amber ha avuto un ruolo importante nel far saltare il coperchio dei conti sballati. Dunque, proprio Peluso avrebbe accelerato, consapevolmente o no, l'emersione del marcio e il tracollo del mondo costruito da Ligresti. Il tutto sullo sfondo di rancori personali che coinvolgono Giulia. «Sto Peluso - afferma la figlia di Salvatore - che è entrato da noi un anno fa, gli hanno deliberato in consiglio una buonuscita di cinque milioni e mezzo, capito?... Se quei soldi fossero stai deliberati per me o per Paolo (il fratello di Giulia, ad oggi latitante in Svizzera, ndr), per qualcuno, il giorno dopo dal consiglio veniva fuori una denuncia per questo qui che è entrato, ha distrutto tutto, è venuto ha avuto il mandato come se tu entri in un'azienda e svalorizzi tutto, distruggi tutto...».
Come si vede siamo in una saga, con più di un capitolo, e il relativo e sempre ambiguo corredo delle intercettazioni, dei verbali, dei possibili risvolti penali di legami personali e professionali. Un intreccio pericoloso in un perimetro molto ristretto. Con la Cancellieri che si muove disinvolta, forse troppo, e già il 17 luglio, giorno della retata, dice a Gabriella Fragni: «Qualsiasi cosa io possa fare conta su di me... Non è giusto, non è giusto».
Il 17 agosto, un mese dopo, è Antonino Ligresti a mettersi in contatto con il ministro. Cancellieri sensibilizza due dirigenti del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, per seguire da vicino il dramma di Giulia. A Ligresti, che chiede ansioso notizie, il Guardasigilli risponde rassicurante: «Ho fatto la segnalazione». Il 28 agosto la donna, stremata, va finalmente agli arresti domiciliari.
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