L'abbraccio "elettorale" del Pd al M5S: cosa succede in Molise

Il Pd, per le Regionali di giugno in Molise, converge per la prima volta sul candidato del M5S, Roberto Gravina, sindaco di Campobasso

L'abbraccio "elettorale" del Pd al M5S: cosa succede in Molise

Se son rose fioreranno e, almeno questa volta, pare proprio che il matrimonio tra Pd e M5S si faccia per davvero. Se per le comunali di maggio l'alleanza è stata tipulata solo in 4 casi su 13, per le Regionali di giugno in Molise i democratici hanno deciso di convergere sul candidato dei Cinquestelle, Roberto Gravina, sindaco di Campobasso.

Si tratta di un inedito per il Pd che, finora, eccezion fatta per alcune elezioni amministrative di comuni inferiori ai 15mila abitanti, non avevano mai appoggiato un candidato targato M5S. E i risultati non erano mai stati lusinghieri, tranne che a Napoli dove l'ex ministro dell'Università del Conte 2, l'indipendente Gaetano Manfredi, nel 2021, vince a mani basse. Il supporto dei pentastellati, però, è ben al di sotto delle aspettative perché in un feudo come Napoli si era fermato sotto il 10%.

Pd-M5S, tutti i flop alle Regionali

Le Regionali, invece, non hanno mai sorriso al cosiddetto 'campo largo'. La prima volta risale al 2019 per le Regionali in Umbria quando Pd e M5S candidano Vincenzo Bianconi, ex presidente di Federalberghi, che perse ottenendo solo il 37,5%. I Cinquestelle si fermano al 7,7%. Nel 2020, in Liguria, Pd e M5S convergono sulla figura dell'indipendente Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto Quotidiano e figlio dell'ex sindaco di Genova dei pimi anni '90, Adriano Sansa, che perde sonoramente contro Giovanni Toti, fermandosi al 39%. Il M5S, ovviamente, gioca in casa eppure nella patria di Beppe Grillo ottiene il 7,7%, una cifra ben al di sotto rispetto a quella ottenuta sia alle Politiche dell'anno precedente sia alle Regionali del 2015 quando correva da solo con un proprio candidato conquistando il 25% dei consensi.

I precedenti più recenti sono quelli di Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Anche qui i candidati del centrosinistra allargato, l'ex assessore delle giunte di Giuliano Pisapia, Pierfrancesco Majorino, e l'autonomista friulano, Massimo Moretuzzo, perdono con oltre venti punti di distanza dai governatori uscenti di centrodestra. Il primo si ferma al 34%, mentre il secondo arriva a stento al 29%. In Lombardia il M5S non va oltre il 3,9%, mentre in Friuli prende un misero 2,5%.

L'importanza delle Regionali in Molise

Ecco perché il Molise è l'ultima chiamata per il 'centrosinistra allargato'. Qui Giuseppe Conte si gioca tutto perché, a differenza di Lombardia e Friuli Venezia Giulia, il M5S è più competitivo. Cinque anni fa il candidato pentastellato ha sfiorato la vittoria prendendo il 38%, appena 5 punti in meno rispetto al vincente, il forzista Donato De Toma e ha relegato il candidato del Pd in terza posizione con appena il 17%. Ma il Molise, sebbene sia la Regione più piccola d'Italia, sarà il primo importante test elettorale. Il candidato del Friuli, infatti, non era stato scelto da Elly Schlein e anche sugli aspiranti sindaci che si misureranno col voto delle urne tra una decina di giorni la neosegretaria non ha potuto mettere bocca più di tanto.

L'alleanza in Molise, invece, è a tutti gli effetti figlia del nuovo corso e la Schlein, che è stata eletta segretaria del Pd proprio per stringere l'alleanza con i Cinquestelle, avrà la responsabilità di un'eventuale sconfitta.

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