Monti e Bersani sbancati

Il premier e il leader democratico si accusano a vicenda per lo scandalo Montepaschi. L’inchiesta si allarga: vacilla il sistema della finanza rossa

Monti e Bersani sbancati

Ci sono impresentabili ladri di polli, altri perché truffatori da strada, altri ancora che fanno la cresta sulle note spese pubbliche. Non ci stupiamo più, ne abbiamo viste e raccontate di ogni genere. Ma i peggiori, e più pericolosi, sono gli insospettabili che si muovono con autorevolezza tra salotti e palazzi e che godono di buona stampa.

Non elemosinano una vacanza o un’auto di lusso, stanno alla larga, almeno ufficialmente, da donnine e vizi italici. È che sono assetati di potere e, per arrivarci o mantenerlo, hanno bisogno di montagne di soldi, centinaia di milioni, a volte miliardi. Altro che P2, P3 o P4. Gli impresentabili veri e invisibili oggi si annidano in quella ragnatela di potere che è la finanza rossa, un intreccio tra banche, colossi assicurativi, sistema di cooperative e giornali che fanno girare i soldi per alimentare e sostenere il Pd. Il quale ricambia, tramite la politica (governi, comuni, enti pubblici), procurando loro nuovi affari e commesse.

La Coop non sei tu, come dice lo slogan, sono loro, un cerchio magico di politici e affaristi che godono, a differenza di altri, di una sostanziale immunità giudiziaria. Per questo fa ridere che Bersani e soci cerchino di chiamarsi fuori dallo scandalo Monte dei Paschi. Hanno permesso che miliardi di euro, privati e pubblici, venissero usati dalla «loro» banca con una disinvoltura criminale. Hanno ottenuto coperture di livello, silenzi che valgono oro. Non si sono chiesti come mai il Monte abbia acquistato per 10 miliardi una banca, l’Antonveneta, che tre mesi prima ne valeva 6. E oggi non si chiedono se per caso la differenza sia finita in qualche tasca invece che a finanziare aziende e famiglie. Belsito e Bossi Trota, a confronto, sono galantuomini gettati in pasto all’opinione pubblica per saziare la rabbia popolare.

Ma soprattutto fa ridere che solo ieri Monti si sia accorto che il Montepaschi è una banca del Pd.

Ma chi vuole prendere in giro, lui che è cresciuto a pane, banche e circoli esclusivi, quanto ben informati? Il premier in loden sente puzza di bruciato e si chiama fuori dopo che aveva fatto approvare con voto di fiducia un nuovo finanzia­mento miliardario alla banca rossa. Monti e Bersani hanno paura e scappano, come dei Corona qualsiasi. E si scaricano a vicenda le colpe come fanno, appunto, gli impresentabili. Non sono Trote, ma pesci sì, in barile.

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