Mario Monti va assomigliando sempre più a Giovanni Spadolini. È diventato bravissimo a parlare dei problemi italiani. Se lo ascolti ti incanta. Hai l’impressione che a lui basti discutere di una questione per risolverla. Invece, si limita a descriverla, ma lo fa talmente bene che alla fine di ogni suo discorso capisci tutto quanto sapevi già: siamo inguaiati. È un bel conforto. Ieri, per esempio, si è recato a Bologna alla festa della Repubblica , che è il suo quotidiano dal giorno in cui il Corriere della Sera lo ha debolmente criticato, e una volta afferrato il microfono non lo ha più mollato. Ha improvvisato su due piedi una lezione, tracciando lo stato dell’arte del casino Italia, e ha detto che non è un semplice casino, ma un casino pazzesco. Peggio di prima. Prima di quando? Di quando c’era Silvio Berlusconi, il quale, comunque è responsabile di ogni bordello.
Questa annotazione profonda non è inedita, ma come l’ha illustrata il docente non l’aveva mai fatto nessuno. Onore al merito di aver ripetuto elegantemente una collaudata banalità.
Le sue argomentazioni hanno ipnotizzato il pubblico scalfariano che moriva dalla voglia di essere sedotto. Ma anche noi, poco scalfariani, siamo rimasti ammirati dalle sue metafore. Citiamo la migliore, una per tutte. L’Italia - ha detto ispirato il signor premier - era sull’orlo del cratere e stava precipitando. Poi sono arrivato io, che non per niente sono bocconiano,e l’ho salvata per miracolo, dato che in materia di miracoli sono un portento.
Peccato che nel frattempo quel maledetto cratere si sia allargato di brutto, cosicché il nostro Paese è ancora lì sullo stesso orlo col rischio di cadere giù. Cribbio, che sfiga! Tu lavori lavori, tassi e ritassi convinto che il cratere si restringa, viceversa si allarga e ti frega.
Occhio, però. Il governo non dorme e ha trovato la contromossa per mettere la mordacchia alla crisi vulcanica: uno stupendo provvedimento per la crescita, un propellente che consentirà alla nostra economia di allontanarsi dal precipizio e di decollare. Sospiro di sollievo. La platea non ha trattenuto un applauso.
Quale provvedimento? Vabbè, Il Giornale ne ha riferito ieri i punti salienti, ma per essere corretti scegliamo quale fonte il titolone della Repubblica e riprendiamo fedelmente: «Il bonus sulle ristrutturazioni delle case sale al 50 per cento.
Diminuiscono del 20 per cento i dirigenti dei ministeri. Passera: finiremo la SalernoReggio Calabria». Quest’ultima boutade stradale fu pronunciata «recentemente» (circa 40 anni fa) dal socialdemocratico Franco Nicolazzi; non importa: apprezziamo la buona volontà. Ecco spiattellata la ricetta governativa per il rilancio.
Ma se il cratere si allargherà ulteriormente? Niente paura, Monti ripiglierà in mano il microfono e farà un altro discorso professorale, in attesa di aumentare ancora un po’ le tasse e diminuire, di conseguenza, il cespite fiscale.Datemi un tecnico e vi distruggerò il mondo.
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