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"Nessun interesse ad alzare la tensione". Piantedosi stoppa le polemiche sugli scontri

Con i sindacati, il ministro ha ribadito di convergere sul pensiero di Sergio Mattarella ma ha invitato a non usare le forze dell'ordine nello scontro politico

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

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"Nessun interesse ad alzare la tensione". Piantedosi stoppa le polemiche sugli scontri

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Incontro con i sindacati questa mattina per Matteo Piantedosi a seguito degli scontri di Pisa e di Firenze. Secondo fonti del Viminale, il ministro ha sottolineato che sono "inaccettabili, perché false e strumentali", le polemiche che sono state sollevate contro il governo "con l'obiettivo di accreditare nell'opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero". Ma quel che il ministro contesta in questo momento storico è soprattutto l'utilizzo delle forze dell'ordine per "finalità di natura politico-elettorale".

Le indagini e l'inchiesta stabiliranno se ci saranno state negligenza o eccessi da parte delle forze dell'ordine nel controllo dell'ordine pubblico, ma quel che è fondamentale, ha proseguito Piantedosi, è che risulta essere imprescindibile "la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni". Ed è ancora più importante, per uno svolgimento sicuro da parte di tutti gli attori, che il tutto venga fatto "rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti". La maggior parte delle volte che un corteo arriva allo scontro con le forze dell'ordine si registra un'operazione di infiltrazione da parte dei soggetti ben noti, per i quali ogni manifestazione è un'occasione buona per scatenare la guerriglia urbana.

Il ministro dell'Interno ha anche dichiarato, nel corso dell'incontro, di condividere "pienamente le parole del presidente Mattarella" riguardo il fallimento nei casi in cui si arrivi ai manganelli con i giovani. Ed è sua anche la convinzione, come già detto al capo dello Stato, che "l'autorevolezza delle forze di Polizia non si nutre dell'uso della forza". Quella degli agenti è un'autorevolezza che "affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica". Tuttavia, ci ha tenuto a dire il ministro dell'Interno durante il colloquio con le forze confederate dei sindacati, quel che condivide sono anche le parole che il presidente Mattarella ha riferito in precedenza, quando ha richiamato tutti a un senso di responsabilità per le istituzioni nel merito della "intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese".

Non esiste, ha ribadito, alcun "interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica". Le regole di gestione dell'ordine pubblico, ha sottolineato con i sindacalisti, sono sempre le stesse e tutte le valutazioni dei responsabili della sicurezza sul territorio avvengono sulla base della situazione del momento "e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico".

Un concetto ovvio e chiaro, che non è arrivato dalle parti del M5s, dove si è annunciata un'interrogazione per "sapere se e semmai da chi siano partiti ordini di gestire quella piazza in modo particolarmente duro".

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