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Niente alcol fino a Natale: il fioretto di Giorgia Meloni

No del premier all’aperitivo a Padova: una pratica personale che torna a diffondersi tra tradizione e nuove abitudini dei giovani

Niente alcol fino a Natale: il fioretto di Giorgia Meloni
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Niente alcol fino a Natale. Questo il fioretto di Giorgia Meloni emerso durante la tappa a Padova per tirare la volata finale al nuovo governatore del Veneto Alberto Stefani. “Niente alcolici, ho fatto un fioretto...” le parole del premier riportate dal Messaggero quando le hanno offerto uno spritz o un calice di amarone. Una frase semplice che in Veneto ha l’effetto di un colpo di scena: la regione dove il culto dell’aperitivo è radicato quanto quello del lavoro non contempla con facilità la rinuncia al “re dei cocktail”. E quando a farla è una leader nota per offrire spritz agli ospiti nella casa al Torrino, l’effetto sorpresa è doppio.

Il quotidiano capitolino ricorda come per la Meloni il fioretto sia tutt’altro che un vezzo passeggero. Una pratica antica, ripetuta dall’infanzia alla maturità politica, soprattutto in Quaresima e nel mese mariano, e che stavolta la leader del governo ha deciso di estendere anche al periodo natalizio, concedendosi un drink solo a partire dalla settimana precedente alle feste. È una rinuncia che non ha nulla di ostentato, più un’abitudine privata che un annuncio pubblico, ma che racconta una dimensione personale.

Ma c’è anche un altro dato da mettere in risalto: i fioretti non sono affatto una pratica in via d’estinzione. Anzi, continuano a esistere e si sono perfino ringiovaniti, diventando un tratto condiviso da un mondo giovanile che si dice spesso allergico alle tradizioni. Un sondaggio di Skuola.net rivela che il 24 per cento dei maturandi affida gli esami a pellegrinaggi, preghiere e fioretti. In altri termini, quasi uno studente su quattro: un dato che suggerisce come la ricerca di protezione, fortuna o anche solo concentrazione attraverso la rinuncia non sia affatto scomparsa.

E attenzione, i fioretti non chiamano in causa soltanto dolci o alcol: in ballo ci sono soprattutto i social network. Diverse diocesi, tra cui Trento e Modena, invitano i ragazzi a disintossicarsi rinunciando ai like, sospendendo i profili o evitando di sbirciare quelli altrui. È una forma di sacrificio che si veste quasi di sfida pop, un modo per trasformare il fioretto in un allenamento di autocontrollo che non suona affatto come un retaggio da nonni.

Prima della Meloni anche Silvio Berlusconi avesse trasformato le sue rinunce in un racconto pubblico. In un’intervista a Bruno Vespa aveva spiegato di aver sospeso fumo, gioco e ballo per motivi religiosi o per riconoscenza verso momenti critici della sua vita.

Un aiuto dall’alto per un impegno terreno, un sacrificio non simbolico ma quotidiano. Non è invece noto cosa abbia chiesto la Meloni in cambio del suo fioretto natalizio. “Non se ne parla, ho fatto il fioretto. Brindiamo a Natale...” il suo unico commento.

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