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"Niente Natale per non urtare nessuno". Follia woke in una scuola di Cremona

Solo "testi inclusivi" per i bambini e nessun augurio di "buon Natale" perché non è inclusivo: la secolarizzazione della scuola passa per il Natale

"Niente Natale per non urtare nessuno". Follia woke in una scuola di Cremona
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Nel 2025 l'Italia scopre che il Natale non è una festa inclusiva e a dirlo è il personale scolastico di una scuola cremonese, che ha arbitrariamente deciso di dire basta al Natale. Dopo la cancellazione del presepe, la censura di Gesù nelle canzoni e gli stessi canti eseguiti all'esterno delle scuole perché non inclusivi in quanto religiosi, è arrivato chi ha ben pensato di agire alla radice eliminando qualunque riferimento alla festa. Almeno a scuola, perché alle vacanze di Natale non si rinuncia, perché evidentemente quelle sono inclusive. La denuncia arriva dai consiglieri comunali Andrea Carassai (Forza Italia), Jane Alquati (Lega) e Alessandro Portesani (Novità a Cremona) ed è stata ripresa dalle cronache locali, anche perché il caso è diventato oggetto di interrogazione in Consiglio comunale.

"Secondo quanto emerso dalle comunicazioni ufficiali inviate alle famiglie dalla scuola, in occasione del Natale si leggerà soltanto un 'testo sui valori', con la motivazione di 'non urtare la sensibilità di nessuno'. Inoltre, nel messaggio augurale rivolto ai genitori, la parola 'Natale' non compare mai, sostituita dal più neutro riferimento alle 'feste'", hanno spiegato i consiglieri. Un colpo di spugna che in un attimo ha cancellato secoli di tradizione cattolica e occidentale, privando i bambini di uno dei momenti più felici dell'anno. Nemmeno il Grinch arriva a tanto, perché poi cambia idea e riconosce il valore spirituale ed emotivo, al contrario della scuola cremonese, che ormai non è più in tempo per rimediare e avanza inesorabile verso la secolarizzazione della più religiosa tra le celebrazioni, la nascita di Cristo.

"Siamo molto preoccupati perché non si tratta di una scelta neutra o pedagogicamente fondata, ma di una rinuncia preventiva alla dimensione culturale, storica e identitaria della festa più importante del nostro Paese", hanno dichiarato i consiglieri denunciando quanto accaduto nella scuola di Cremona. "Evitare di parlare di Natale per paura di offendere qualcuno significa attribuire a questa tradizione un valore divisivo che non ha mai avuto. Il Natale è parte del patrimonio di tutti, credenti e non credenti", hanno concluso. I consiglieri hanno anche voluto sottolineare che l'interrogazione "non nasce dalla volontà di creare una polemica politica, ma dal desiderio di preservare ciò che caratterizza la storia e il sentire del nostro popolo. Il Natale fa parte della nostra identità collettiva e della memoria condivisa di generazioni.

Difenderlo significa difendere noi stessi". Nel momento in cui sottraiamo ai bambini la magia del Natale e ne cancelliamo le radici storiche, priviamo le generazioni di domani non solo di una festa, ma del legame profondo con la propria cultura.

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