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Monti a braccetto con Schlein: "Meloni? No alleanze coi nazionalisti"

La sinistra accusa il governo Meloni di perseguire il "modello unghererse". La segretaria dem accusa: "Amici nazionalisti". Monti rincara: "Niente alleanze con Polonia e Ungheria"

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La retorica spicciola della sinistra, in materia di alleanze europee ma non solo, rimane la stessa. Secondo i signori, e le signore della gauche nostrana, esistono alleati di serie A (vedi il dinamico duo franco-tedesco) e nazioni di serie B, la coppia Polonia-Ungheria in primis. Ogni singola occasione è buona per rimarcare la differenza tra loro, i buoni e democratici, e gli altri, cattivi e nazionalisti per definizione. Ieri Giorgia Meloni è volata a Budapest per partecipare, insieme al primo ministro ungherese Viktor Orbàn, al Demographic Summit. La levata di scudi della sinistra era scontata. Le posizioni dell'ex premier Mario Monti e dell'attuale segretaria dem, Elly Schlein, sono perfettamente sovrapponibili. Il professor Monti attacca: "Il governo non deve avere alleanze con Polonio e Ungheria". Schlein rincara la dose e accusa: "Meloni ha amici nazionalisti".

Il rischio "nazionalismo"

La prima a sparare a palle incatenate contro il bilaterale Orban-Meloni è il quotidiano La Repubblica. L’intervista all’ex premier Mario Monti riassume, in una sola pagina, tutto il pregiudizio ideologico della sinistra parlamentare e mediatica. Il premier Meloni, ovviamente, ha sbagliato tutto: dalle alleanze europee all’emergenza immigrazione.“Dovrebbe puntare ad alleanza solide, senza nervi a fior di pelle, con Francia e Germania – spiega Monti – e creare con loro un clima di intesa responsabile”. Lo schema delle nazioni di seria A e serie B si ripropone davanti ai nostri occhi.

Il carro franco-tedesco, anche a fronte delle ultime scelte sull’immigrazione, va assecondato sempre e comunque. I paesi di Visegràd, nazionalisti e autoritari a priori, non vanno nemmeno ascoltati. “Non dovrebbe sbandierare – continua Monti – e possibilmente non avere alleanze privilegiate con Paesi governati da leader nazionalisti come quelli di Polonia e Ungheria”. Nella veste di presidente del consiglio, conclude il ragionamento l’ex premier, a Meloni “è precluso perseguire il nazionalismo. A meno che sia disposta a recare danni al suo Paese”.

La sinistra accusa Meloni

Una strana concezione della democrazia. Il premier italiano, secondo la logica paradossale di Monti, non potrebbe tenere un discorso sulla denatalità, tema molto caro al governo di centrodestra, se non accompagnata a braccetto dalla Francia di Macron o dalla Germania di Scholz. Oppure, meglio ancora, da tutte e due. Il tono degli altri commenti è un mix di attacchi al veleno e critiche anti-governative. “Meloni – ci spiega il titolo di pagina sei – corteggia Orban per l’alleanza in Europa”. “La premier – continua il sommario – loda il modello ungherese”. L’ideologia continua ovviamente su La Stampa. La difesa della cristianità e della civiltà occidentale, seguendo la logica del quotidiano torinese, viene trasformata in“un sgradevole sentore della guerra di religione”. Non si tira indietro nemmeno L’Unità che vede una “Meloni che si rifugia da Orban” e la prima pagina de Il Riformista che parla già di “Botte da Orban”.

Per non parlare, ovviamente, del commento piccato di Elly Schlein. La leader dem, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, ha abbandonato tutti i freni inibitori. “ Meloni era da Orban – ha esordito la segreteria dem - perchè non gli ha fatto una semplice domanda: perché si vogliono prendere solo i benefici dall'Ue" e non assumersi anche la condivisione del tema migranti. Non hanno il coraggio di chiedere ai loro amici nazionalisti dai fare la loro parte".

Il ritornello della sinistra, tra una deriva ungherese del governo e un rischio autoritarismo dietro l’angolo, ha un unico obiettivo: guai a toccare l’asse franco-tedesco.

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