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Alla sinistra non basta mai: Sala contro la Roccella sulle famiglie Lgbt

L'apertura del ministro Roccella sulle coppie omogenitoriali già esistenti non ferma le rivendicazioni politiche della sinistra. "Non accontenta le famiglie", lamenta Beppe Sala

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A questo punto, la domanda è legittima: quanto è politica la battaglia di sinistra sulle famiglie arcobaleno? Già, perché nemmeno la "sanatoria" proposta dal ministro Eugenia Roccella per i bimbi delle coppie gay nati finora ha quietato le polemiche dell'area progressista. Anzi, le ha in qualche modo rinfocolate con nuove rimostranze anti-governative. Nelle ultime ore, a sferzare l'esecutivo sul tema è stato in particolare il sindaco di Milano Beppe Sala, che già in passato si era fatto portavoce della campagna per consentire la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali.

"La ministra Roccella ha fatto una sorta di apertura sul fatto che coloro che hanno già fatto una registrazione possano avere una sanatoria. Evidentemente questo non accontenta le famiglie", ha lamentato l'esponente Pd, commentando le recenti notizie sull'argomento. Sì, perché alla sinistra non basta mai: prima accusavano il governo di disumanità nei confronti delle "famiglie" già esistenti (ma in realtà è la legge a esprimersi con chiarezza in materia), ora dicono che le possibili soluzioni avanzate dall'esecutivo non sono sufficienti. "Ne voglio parlare anche con il prefetto in questi giorni", ha aggiunto Sala. Proprio il prefetto, infatti, nei mesi scorsi aveva chiesto al sindaco di interrompere le registrazioni, dando seguito a una circolare del Viminale.

"Abbiamo le famiglie che ci chiedono risposte. Milano in sè non può fare nulla, ma può essere propositiva", ha proseguito Sala a margine dell'odierna cerimonia per i 249 anni dalla fondazione della Guardia di Finanza. Il sindaco ha infatti spiegato che "le famiglie omogenitoriali e i loro avvocati continuano a reiterare la proposta e la necessità di un riconoscimento". Ma se sulle coppie con figli già esistenti c'è possibilità di confronto, sulle future e analoghe situazioni il governo ha un'idea piuttosto chiara, peraltro riconosciuta legittima anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

La linea cauta dell'esecutivo è infatti motivata dalla volontà di non legittimare (anche indirettamente) pratiche come l'utero in affitto, che la maggioranza di centrodestra intende perseguire come reato universale, ovvero riconosciuto come tale anche se compiuto all'estero.

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