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"Non c'è più un euro in cassa". Il Pd ha i conti in rosso

Bonaccini alla radio dem rivela: "Mi dicono che non c'è più un euro in cassa, problema serio". Guarda caso, il Pd aveva chiesto di raddoppiare i fondi pubblici ai partiti

"Non c'è più un euro in cassa". Il Pd ha i conti in rosso

Dalla bandiera rossa ai conti in rosso. A sinistra, perlomeno, hanno mantenuto una certa coerenza cromatica. In questo caso, però, la gradazione non è affatto rassicurante; anzi rappresenta "un problema serio". Nel Pd le casse piangono: l'allarme lo ha lanciato Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria di partito, in piena corsa per quel ruolo. A meno di un mese dalla designazione del successore di Enrico Letta, il barbuto esponente politico ha avvertito i simpatizzanti dem sulla preoccupante situazione economica della loro realtà politica di riferimento.

"Non c'è un euro in cassa", l'allarme di Bonaccini

"È un pò che sono lontano dai vertici del partito, mi dicono che non c'è più un euro in cassa e questo è un problema serio", ha affermato Bonaccini stamani, intervenendo all'emittente web di partito, Radio Immagina. "I circoli hanno un valore importantissimo. Se divento segretario proporrò che i circoli siano luoghi aperti alle associazioni che non trovano spazi, biblioteche, luoghi di coworking, luoghi sempre più aperti durante la settimana, anche la sera. Luoghi utili alla collettività", ha aggiunto il presidente dell'Emilia Romagna, lasciando però di stucco gli ascoltatori con quel riferimento contabile.

Le finanze in rosso, i tesseramenti in calo

Allarme rosso: se il "problema serio" denunciato da Bonaccini è reale (e non abbiamo motivo per dubitarne), i dem dovranno presto far fronte anche a questo grattacapo. Raccontata in questi termini, del resto, la situazione generale del partito appare assai poco incoraggiante, considerando anche il calo drastico dei voti e quello altrettanto significativo dei tesseramenti. Al riguardo, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, nel Pd sperano di arrivare almeno a 200mila iscritti, dato che comunque sarebbe in calo rispetto al passato. Il nuovo segretario dovrà quindi rimettere insieme i cocci su più fronti e in questo senso la scelta alla quale sono chiamati i dem appare ancora più decisiva.

La proposta Pd sui finanziamenti ai partiti

Ora che Bonaccini ha rivelato che "non c'è più un euro in cassa", peraltro, ci viene da sospettare che forse alcune recenti posizioni del Pd sul finanziamento pubblico ai partiti non fossero così disinteressate. Lo scorso dicembre, infatti, i democrats avevano proposto al Senato di raddoppiare i fondi pubblici per i partiti, con l'obiettivo di portare la torta dei finanziamenti del 2xmille dagli attuali 25,1 milioni a quota 45,1 milioni di euro all'anno. E meno di un mese fa lo stesso Bonaccini spiegava di aver cambiato idea sull'argomento: "Ero contro il finanziamento pubblico ai partiti, ma ora sto cambiando idea perché la politica non la deve fare solo chi se lo può permettere".

Le mozioni dei candidati alla segreteria

E il tema del finanziamento ai partiti, guarda caso, è presente in tutte le quattro mozioni presentate dai candidati alla segreteria dem. "Senza finanziamento pubblico ai partiti il rischio è che possa fare politica solo chi ha più risorse o più finanziamenti da privati", si legge ad esempio nel programma di Elly Schlein.

Almeno su questo punto, i futuri volti del partito hanno trovato la coesione.

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