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"Non è censura, è dissenso". Ecco il nuovo mantra della sinistra

Impedire a un politico di parlare è un "atto fascista" se arriva da destra. Se, invece, arriva da sinistra è "dissenso". Questo è il nuovo mantra dell'opposizione per giustificare le proteste contro il ministro Roccella

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Dissenso. È questa la parolina magica che il centrosinistra sta usando per giustificare la violenza verbale delle giovani femministe che ieri hanno impedito al ministro Eugenia Roccella di parlare agli Stati Generali della Natalità. Violenza che, oggi, è diventata anche fisica quando i giovani manifestanti hanno cercato di sfondare il cordone creato dagli agenti di polizia nel vano tentativo di fare nuovamente irruzione all’Auditorium della Conciliazione.

Se il “boicottaggio” di un evento arriva dai collettivi studenteschi non si può parlare di “atto fascista”. No, è legittimo dissenso, come sostiene il leader dei Verdi Angelo Bonelli: "La contestazione – ha detto - è alla base della democrazia e non c'è stato nessun atto violento, io sono dalla parte degli studenti". Quel che è accaduto ieri ed oggi, dunque, è normalissimo perché i giovani studenti hanno l’unica colpa di aver issato dei cartelloni contenenti una frase “che io condivido”, dice Bonelli riferendosi allo slogan “sul nostro corpo decidiamo noi”. Anzi, “Roccella e questo governo sono campioni del vittimismo”, sottolinea l’esponente di Avs, convinto che vi sia stata alcuna censura perché“oggi la Roccella sta su tutti i giornali e ieri stava su tutti i tg”. Il ragionamento di fondo è questo: poco importa che il ministro non abbia parlato agli Stati generali della natalità, è andata in televisione. Anzi, anche troppo…

Anche il piddino Marco Furfaro, che ieri era sul palco degli Stati Generali, a margine dell’evento, si è arrampicato sugli specchi per sostenere il doppio registro: da un lato "è sempre sbagliato” impedire a qualcuno di parlare, ma dall’altro lato“noi politici – ha detto - non abbiamo solo il compito di fare la morale o la paternale ai ragazzi”. Insomma, ‘so ragazzi’ e dobbiamo capire le loro “inquietudini”, è il senso delle parole di Furfaro secondo cui “bisogna anche indagare oltre a condannare".

Altrettanto singolare è la posizione di Laura Boldrini, deputata femminista del Pd che ogni qual volta viene offesa una donna di sinistra lancia l’allarme fascista, mentre nei confronti delle contestatrici della Roccella è molto più morbida e conciliante.“Non condivido i metodi di chi impedisce ad altri, chiunque siano, di parlare: lo trovo sbagliato e quindi mi dissocio dalle modalità che non hanno permesso alla ministra Roccella di fare il suo intervento”, è la premessa del ragionamento della Boldrini che, poi, un istante dopo tira in causa il ‘caso Scurati’ e attacca Roccella che parla di “censura”. E, dopo aver ricordato di essere stata anche lei oggetto di contestazioni, Boldrini aggiunge: “È una confusione pericolosa che si fa: la censura, quella vera, è quella che il potere esercita sul dissenso, mentre il dissenso è l'unica possibilità nelle mani di chi il potere non ce l'ha di fare sentire la propria voce”.

Anche la deputata pentastellata Gilda Sportiello, nota per aver confessato alla Camera di aver abortito in passato, ritiene che la Roccella faccia “confusione” e le ricorda “che in una democrazia sana una ministra può essere contestata in maniera pacifica, senza che nessuno debba gridare allo scandalo”. La grillina, poi, si chiede:“Ma davvero c’è qualcuno che si stupisce se le donne non restano in silenzio, zitte, in un angolo a subire decisioni sulle loro vite e decidono di manifestare pacificamente il loro dissenso?". Ecco, sull’uso di quel “pacificamente” si potrebbe e si dovrebbe dissentire a lungo, soprattutto alla luce degli scontri di oggi con la polizia. Ma, ormai, il refrain della giornata è consolidato e rafforzato anche dalle parole del leader del M5S Giuseppe Conte che, parlando della Rai, dice: “Ci troviamo con un governo che non tollera il dissenso, che non comprende che gli organi di informazione in generale devono essere autonomi, indipendenti e devono essere liberi di esprimere il loro pensiero”. Una condizione che “vale anche per gli studenti che manifestano per strada”.

Infine, c’è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che esprime la sua piena solidarietà al ministro, ma a modo suo. Cioè, attaccandola per “la sua posizione assolutamente ipocrita e intollerabile". Secondo De Luca, non si può dare la possibilità ai Pro Vita di entrare nei consultori e, poi, pretendere il dialogo.

Se vuoi dialogare prima di prendere provvedimenti dialoghi, non lo fai dopo”, sentenzia il vulcanico presidente di Regione.

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