«Non è pericolosa» Libera la mantide di Cairo Montenotte

Gigliola Guerinoni oggi è un ricordo sbiadito della prosperosa bellezza che fu. Ha 69 anni la «Mantide» di Cairo Montenotte. Condannata definitivamente a 26 anni di reclusione per l'omicidio del suo amante Cesare Brin, avvenuto nell'agosto del 1987, adesso è a tutti gli effetti una donna libera. Dopo aver scontato la pena, lo scorso marzo era uscita di prigione. Ma soltanto adesso, per lei, è finito lo stato di sorvegliata e ogni pendenza con la giustizia. «Non è più socialmente pericolosa», ha stabilito un provvedimento, emesso con parere negativo del Procura, dal magistrato di sorveglianza di Roma dove oggi vive la Guerinoni. La donna, che lavora come stiratrice in un convento, ha completato il periodo di riabilitazione. Un vita turbolenta la sua. Lasciato il primo marito negli anni '70 aveva avviato una storia con Ettore Geri, di 27 anni più anziano, contabile della società dove lei aveva trovato lavoro. Un uomo sposato che per lei abbandonò la famiglia. Un amore destinato a durare poco.

Gigliola, allaccia un'altra relazione, stavolta con un geometra, Pino Gustini, morto poi in circostanze misteriose. Dal lutto a una nuova fiamma. L'ultimo amore si chiama Cesare Brin, farmacista. Nell'87 viene ucciso a martellate e poi bruciato. Di quell'omicidio fu considerata responsabile Gigliola.

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