Cittadini

"Non sono per fare cassa". Il piano per spegnere gli autovelox trappola

In Italia il numero maggiore di autovelox: il doppio rispetto alla Germania e ben il triplo della Francia. Salvini pronto a un nuovo codice della strada con la regolamentazione dei dispositivi

"Non sono per fare cassa". Il piano per spegnere gli autovelox trappola

Autovelox impiegati col mero scopo di rimpinguare le casse delle amministrazioni locali. Un fenomeno non certo sconosciuto, specie di questi tempi. Mentre alcuni dispositivi vengono effettivamente installati per scoraggiare gli eccessi di velocità e tutelare la sicurezza di automobilisti e cittadini, altri sembrano proprio posizionati per "fregare" chi è al volante.

A tal proposito, ecco intervenire il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, pronto a mettere dei freni. Il vicepremier ha ascoltato le voci delle varie associazioni dei consumatori, che da molto tempo denunciano fenomeni di uso improprio degli autovelox. A sostenere la battaglia del vicepremier anche l'ex membro della Camera ed esponente di Forza Italia Simone Baldelli.

Sicurezza stradale o introiti garantiti?

Lo scopo degli autovelox dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza stradale. È innegabile, però, che il loro utilizzo abbia portato un sostanzioso gettito nelle casse dei Comuni, tanto che nel 2021 si è parlato di ben 46,9 milioni di euro. Fra i vari esempi riportati da chi sostiene che lo strumento sia ormai divenuto un mezzo per fare cassa, c'è il caso di un piccolo Comune italiano arrivato a incassare ben 1.533 euro a cittadino a suon di multe.

Il primato assoluto per le sanzioni lo detiene Milano, con 12,9 milioni di euro, seguita da Genova, con 6,2 milioni di euro, e Torino, 5 milioni di euro. Per capire fino a che punto siamo arrivati, basti pensare che in Italia abbiamo il numero maggiore di autovelox: il doppio della Germania e il triplo della Francia.

Gli autovelox vanno regolamentati

Intervenuto nel corso di un question time alla Camera il ministro Matteo Salvini ha condiviso le preoccupazioni dei cittadini, affermando di condividere pienamente la necessità di regolamentare la collocazione degli autovelox, così da evitare gli usi impropri.

Anche il leader della Lega, in sostanza, ha ammesso come stanno le cose:"In alcuni casi vengono usati solo per fare cassa. E lo dico forte della lotta per la sicurezza sulle strade".

I Comuni hanno bisogno di fare cassa, e le sanzioni danno parecchio respiro. Salvini però ha spiegato che i bilancio delle amministrazioni locali non possono certo pesare sulle tasche degli automobilisti e motociclisti. C'è dunque necessità di far quadrare i conti in altro modo. Intanto, per quanto riguarda il dicastero di sua competenza, il vicepremier sta lavorando per mettere a punto un nuovo codice della strada. Nel documento troverà spazio anche la regolamentazione degli autovelox.

"Il decreto interministeriale lo scorso ottobre è stato esaminato dalla Stato-Regioni e ora i tecnici del ministero delle Infrastrutture e dell'Interno stanno valutando gli adeguamenti alle richieste che arrivano dai Comuni", ha dichiarato il ministro, come riportato da Ansa.

Cosa dicono le associazioni dei consumatori

L'intervento di Matteo Salvini è stato accolto con favore dalle associazioni dei consumatori, che da tempo denunciano il problema. "La velocità eccessiva continua a produrre morti e feriti sulle nostre strade, e in tal senso gli autovelox, se installati correttamente e nel rispetto delle leggi, possono contribuire a salvare vite umane. Troppo spesso però il loro utilizzo non ha niente a che vedere con la sicurezza stradale", è stato il commento del presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

"Basta con la postazione di controllo, troppo spesso piazzata in modo nascosto subito dopo una curva e non correttamente segnalato e visibile come prevede il Cds", ha dichiarato anche Massimiliano Dona, presidente di Unc.

Commenti