Altra pesante picconata scagliata da Beppe Grillo contro Giuseppe Conte. Il fondatore del Movimento 5 Stelle dice infatti no a una rivoluzione totale delle regole all'interno della comunità pentastellata: il simbolo, il nome e il limite massimo dei due mandati non si toccano, sono "pilastri non negoziabili e non possono essere modificati a piacimento". Con tanti saluti a Giuseppi, che da qui a pochissime settimane dovrebbe organizzare l'assemblea costituente del Movimento in vista del quindicesimo anniversario della sua nascita (4 ottobre) per dare una scossa alla sua disastrosa gestione da leader. Il lungo messaggio postato dal comico genovese sul suo blog è l'ennesima porta in faccia che contribuirà a creare una spaccatura interna sempre più larga.
Nel ripercorrere le tappe più importanti del partito ideato da lui e da Gianroberto Casaleggio, Grillo ricorda che l'idea originaria si basasse sulla creazione di "un'alternativa al sistema politico tradizionale" e sul fatto di provare a "restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente". Fino ad arrivare all'ingresso in Parlamento nel 2013, dove i grillini sono entrati in "un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo" e "come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità". Tuttavia, durante tutto questo cammino, "ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato".
Ed è qua che arriva la mazzata (dialettica) nei confronti di Conte: "Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato", prosegue Grillo. E poi ancora: "Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera". Fino ad arrivare alle dolenti note che dividono completamente le due "primedonne": il doppio mandato. Grillo ricorda che l'introduzione di un tetto massimo di due legislature ebbe luogo con il V-Day dell'8 settembre 2007 e, se venisse modificato, trasformerebbe "l'impegno politico in una professione perpetua, significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell'opportunismo".
Il sottotesto rivolto all'ex presidente del Consiglio è chiarissimo: guai a concedere proroghe su ulteriori quinquenni da concedere ai pentastellati che si siedono sui seggi di Camera e Senato. "La regola del secondo mandato è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni", ribadisce Grillo. Si tratta della garanzia che il Movimento rimarrà "sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali".
Insomma: che Conte non si azzardi minimamente a cancellare quella norma, altrimenti si tradirebbe "la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel Movimento l'unica speranza di cambiamento reale". Giuseppi è avvisato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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