Interni

"Nulla a che fare con Cuffaro". La bordata di Calenda: rottura con Renzi e Bonino

Il leader di Azione chiude definitivamente le porte agli Stati Uniti d'Europa: "I santini di Cuffaro erano nel covo di Provenzano. Non si può fare una lista dove c'è dentro tutto il contrario di tutto"

"Nulla a che fare con Cuffaro". La bordata di Calenda: rottura con Renzi e Bonino

Ascolta ora: ""Nulla a che fare con Cuffaro". La bordata di Calenda: rottura con Renzi e Bonino"

"Nulla a che fare con Cuffaro". La bordata di Calenda: rottura con Renzi e Bonino

00:00 / 00:00
100 %

Quella che doveva essere un'area di centro in grado di catalizzare le preferenze dei voti moderati si è trasformata in un ring in cui veti incrociati e personalismi si prendono la scena. Dal Terzo Polo alla lista di scopo degli Stati Uniti d'Europa, le formazioni politiche minori dell'opposizione che non si riconoscono nei tradizionali schieramenti hanno più volte provato a imboccare la strada dell'unità senza però riuscirci. L'ultima bordata è arrivata da Carlo Calenda, che ha infuocato ulteriormente gli animi in vista delle elezioni europee che in Italia si terranno l'8 e il 9 giugno. La rottura con Matteo Renzi ed Emma Bonino sembra ormai certificata.

In questi giorni i pontieri hanno provato a spazzare via i dissidi tra i leader per allargare il fronte di centro, ma le parole del leader di Azione suonano come la conferma definitiva del fatto che il partito correrà in maniera autonoma senza effettuare l'ingresso nella galassia degli Stati Uniti d'Europa a cui hanno aderito +Europa e Italia Viva. L'ennesima stoccata di Calenda è stata mossa con riferimento a Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana. "Noi sappiamo che ha fatto un accordo, io non voglio avere nulla a che fare con lui, i suoi santini elettorali erano dentro il covo di Provenzano", ha affermato l'ex ministro dello Sviluppo economico.

Le parole al veleno nei confronti di Cuffaro fanno il paio con una dichiarazione che di fatto conferma la rottura definitiva al centro: "Noi faremo una lista che avrà i migliori candidati su ogni singola materia, persone che devono rappresentare il meglio". Calenda vuole così rimarcare una netta distinzione rispetto al progetto degli Stati Uniti d'Europa che, dopo aver rappresentato un potenziale palco su cui accogliere anche Azione, a questo punto viene percepito come un vero e proprio avversario da cui tenersi alla larga.

Stando all'uscita dell'ex ministro dello Sviluppo economico, sempre più determinato nel rifiutare la tentazione di sposare la causa della lista di scopo con +Europa e Italia Viva, la decisione sembra ormai irreversibile: "Siamo sopra il 4% nei sondaggi, la gente sceglierà se vuole gli Stati Uniti d'Europa, che ha dentro la qualsiasi, o noi". Porte chiuse dunque a eventuali ripensamenti, anche se - come insegna il recente passato di Calenda - i dietrofront non sono mai da escludere. Soprattutto per lo spettro di non superare la soglia di sbarramento al 4%.

Il centro dei partiti all'opposizione è ormai diventato una polveriera; le spaccature sono ancora più evidenti sui nomi da inserire nelle liste delle cinque circoscrizioni. Il terremoto prosegue. Ieri Clemente Mastella ha fatto sapere di aver dato mandato di querelare Calenda riservando considerazioni tutt'altro che morbide nei suoi confronti: "Questo pariolino viziato che gioca a fare il bulletto mediatico non può permettersi di associare il mio nome e la mia storia politica alla mafia". Tuttavia fonti di Azione hanno specificato che il riferimento alla cultura mafiosa "è fatto nei confronti della condanna di Totò Cuffaro".

Qualcosa al centro si muove, sì, ma ha l'aspetto di una resa dei conti.

Commenti