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"Il nuovo codice? Evviva Con le vecchie norme abbiamo ancora macerie del terremoto del 2016"

Il sindaco di Norcia: "Riusciamo a spendere prima i soldi del Pnrr che quelli della ricostruzione"

"Il nuovo codice? Evviva Con le vecchie norme abbiamo ancora macerie del terremoto del 2016"

Norcia, Umbria. Le ferite del terribile terremoto del 2016 nel cuore dell'Italia restano. Ancora. Sono lì, visibili, vive, aperte nel cuore di chi, sotto quelle macerie, ha perso tutto. I palazzi storici, le chiese, le case ancora avvolte dalle reti di protezione riportano la memoria alle 7.40 di quel maledetto 30 ottobre di sette anni fa quando la terra cominciò a tremare e a distruggere qualsiasi cosa. A distanza di tempo, ancora oggi, nulla è stato ricostruito. «È colpa della burocrazia che è lenta, lentissima. Dopo anni ora comincia a muoversi qualcosa», ci dice il sindaco di Norcia Nicola Alemanno. Risponde al telefono dal vivavoce della sua auto, le strade sono ancora dissestate, va piano, può parlare. Può raccontarci uno dei tanti paradossi tutto italiano. «Siamo riusciti a spendere prima i soldi del Pnrr che quelli per la ricostruzione della città», denuncia il sindaco, schiavo come tutti gli amministratori locali delle tante regole. «Le strade che sto percorrendo adesso in macchina le rimetteremo a posto in poco tempo grazie ai soldi che arrivano dell'Europa. Ci hanno dato 410mila euro per la viabilità e già abbiamo affidato i lavori. Cominceranno nei prossimi giorni, forse lunedì». Tutto questo grazie alla semplificazione, una serie di decreti pensati, studiati, per fare prima, per fare veloce. Per accelerare e non perdere nemmeno 1euro. Si sa, il Piano europeo ha una scadenza: il 2026 (salvo ritrattazioni) e va rispettata. «Se non avessimo chiuso entro giugno si sarebbero presi i soldi - dice Alemanno - Siamo riusciti ad affidare i lavori grazie alle regole meno stringenti. Peccato che riguardino solo il Pnrr».

Si spieghi meglio

«Meno burocrazia! Per farle capire: per i progetti legati al Pnrr non c'è bisogno di passare dall'Anticorruzione, di chiedere pareri e permessi che portano via tanto tempo, cosa che, invece, va fatta per la ricostruzione post sisma; non c'è bisogno della pubblicazione di un bando per i lavori ma basta una procedura negoziata; salta il via libera dei beni culturali. Insomma, ci hanno reso la vita più facile».

E questo non vale per i soldi che arrivano dallo Stato destinati alla ricostruzione?

«Assolutamente no! Magari fosse così anche per le altre opere. Basti guardare Norcia per capirlo. Sono passati più di sei anni dal terremoto e ora abbiamo cominciato ad assegnare i primi lavori ma c'è da fare ancora molto. Mi creda, con le leggi attuali c'è da mettersi le mani nei capelli».

Quindi vedremo prima le opere finanziate dall'Europa?

«Assolutamente!» E così, mentre il centro di Norcia resta un cantiere fermo con le quattro frecce (a causa del vecchio codice degli appalti) le nuove opere di rigenerazione urbana sorgeranno presto. 3 milioni 150mila euro i soldi destinati per gli spazi verdi ma anche per un campo da calcio, due da tennis, due da padel e di bocce. «Ci serve anche quello, il terremoto ha distrutto tutto». Altri 21milioni di euro (provenienti da Bruxelles) sono destinati, invece, alla ricostruzione delle frazioni Agriano, Ancarano, Campi, San Pellegrino. Anche lì i lavori corrono spediti. Norcia è come se fosse lo specchio d'Italia, il riflesso di un Paese fragile, lento. Appesantito dalla burocrazia che, invece di agevolare, affossa. Blocca.

Cosa ne pensa del codice degli appalti a firma Matteo Salvini?

«Lo sto leggendo, ma tutto ciò che va a semplificare è buono. Ben venga. Servono controlli più veloci e, soprattutto, meno norme. Più leggi e cavilli ci sono e più le imprese disoneste hanno la possibilità di truffare». Ne è convinto Nicola Alemanno che aggiunge: «Noi non possiamo tenere il Paese bloccato per i pochi delinquenti che ci sono e, soprattutto, gli amministratori locali non sono tutti corrotti», afferma il sindaco tra una galleria e l'altra mentre si sposta per raggiungere l'Arcivescovo di Spoleto Norcia per inaugurare una mostra. Per tagliare il nastro delle opere, invece, bisognerà attendere.

Chissà quanto.

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