Roma - Non si sente un’«oggettina» a disposizione di nessuno. E lo dice con voce schiumante rabbia, Giorgia Meloni, ex ministro della Gioventù nell’ultimo governo Berlusconi e pasionaria del centrodestra. Furibonda con Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che mercoledì sera nel corso di un’intervista con Giovanni Minoli a La Storia Siamo Noi, prendendo spunto dalla situazione attuale che ha portato alla ribalta tante donne (lei, Elsa Fornero, Emma Marcegaglia) non ha saputo resistere alla tentazione di fare ironia sulla condizione femminile del precedente governo, nel quale le donne erano «oggettine a disposizione». Sottinteso del premier. Una frase che delude Meloni tre volte.
Prima delusione.
«Per la frase in sé. Perché sono stanca di questo continuo razzismo nei confronti delle donne che fanno politica nel centrodestra. Ma soprattutto perché arrivano da una donna».
E qui scatta la delusione numero due.
«E qui scatta la delusione numero due. Sì, perché noi donne, soprattutto a sinistra, viviamo una sorta di solidarietà a senso unico. Facciamo battaglie per la dignità e il valore delle donne in politica, ma poi disprezziamo quelle che non la pensano come noi, bollandole come analfabete che hanno fatto carriera ricorrendo a mezzucci se non come puttane».
E la terza delusione?
«È il fatto che questa battuta, questa definizione di “oggettine”, arrivi da Susanna Camusso. Intendiamoci, io di Camusso non condivido l’80 per cento delle idee. Ma la rispetto come donna che è riuscita a raggiungere la posizione che riveste e che si siede al tavolo di trattative molto impegnative. E le dirò che mi sta anche simpatica. Ma mi ferisce molto sentire da lei, una donna che sostiene di avere fatto tanto per il femminismo, una frase così maschilista e figlia di quell’ideologia secondo cui le donne hanno dignità e valore solo se la pensano come te».
È proprio arrabbiatissima...
«Sì, perché si tratta di insulti fatti a persone di cui lei non sa nulla, basati su luoghi comuni. E io non mi arrabbio tanto per me, che faccio militanza politica da venti anni e ho fatto il callo a simili battute. Si ricorda Giorgio Bocca? Anni fa, riferendosi a me e a Mara Carfagna, ci diede delle “gallinelle con camicette bianche sull’impetuoso seno”. Ma lui era uno rancoroso. E Lidia Ravera scrisse sul Corriere della Sera che le donne in politica “a destra entrano per meriti orizzontali e sono poche”. Ecco, io non mi arrabbio per me ma per le centinaia di donne che fanno politica a destra e che devono fare il doppio della fatica per essere considerate la metà».
Quindi, nessun «oggettino a disposizione» nel centrodestra?
«Noi non siamo state oggettini di nessuno. Abbiamo fatto le nostre battaglie; alcune le abbiamo vinte, come la mia per la festa del 17 marzo, alcune le abbiamo perse. Ma non veniamo giudicate per il lavoro buono o cattivo che abbiamo fatto, veniamo giudicate in base a ragionamenti che da bettole di maschiacchi».
Un messaggio alla “compagna Camusso”?
«Si deve vergognare. E voglio sperare che chieda scusa. E non a me».
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