"L'idea dei pieni poteri...". Il delirio della filosofa rossa sul presidenzialismo

La filosofa attacca il governo sul presidenzialismo: "Mossa allarmante". Ma Vespa smonta le sue tesi: "Gli italiani lo chiedono da sempre. Con tutto il rispetto, abbia pazienza..."

"L'idea dei pieni poteri...". Il delirio della filosofa rossa sul presidenzialismo
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Adesso anche il presidenzialismo è ritenuto pericoloso. Ma c'era da aspettarselo: agli anti-Meloni non ne va bene una. L'apertura del dibattito sulle riforme costituzionali da parte di palazzo Chigi è stato accolto con freddezza da quanti non sopportano che l'esecutivo faccia ciò per cui è stato eletto. Ovvero, attuare il proprio programma elettorale. Il tema del presidenzialismo era stato infatti posto dal centrodestra in campagna elettorale e aveva ottenuto il favore dei cittadini. Ora che la maggioranza se ne sta occupando, per alcuni commentatori è arrivato il momento dell'indignazione strumentale.

"Perché è così caro al centrodestra il tema del presidenzialismo?", ha domandato Giovanni Floris nella più recente puntata di diMartedì. E subito la parola è passata alla filosofa Donatella Di Cesare, nota per le sue posizioni critiche nei confronti del governo. "Perché è cara l'idea dei pieni poteri, del potere forte, del capo, una concezione leaderistica della politica", ha risposto la professoressa. Poi l'ulteriore affondo: "Io trovo che questa mossa di Giorgia Meloni sia una mossa allarmante perché arriva in un contesto drammatico. Siamo in guerra, c'è una cobelligeranza dell'Italia a tutti gli effetti, c'è un contesto interno molto inquietante, che è quello del primo governo post-fascista e anziché governare con una linea politica chiara adesso viene fuori il presidenzialismo".

Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordare alla docente che il tema non è "venuto fuori" ora ma se ne parla giusto da qualche decennio. Peraltro, come attesta un sondaggio di Euromedia research divulgato da Porta a Porta, quasi un italiano su due è favorevole all'elezione diretta del presidente della Repubblica. Il fatto che il centrodestra si sia fatto interprete di questo indirizzo, invece, secondo Di Cesare sarebbe qualcosa di negativo. "A me oggi è venuto in mente un termine: orbanismo. È il modo in cui una filosofa, acerrima nemica dell'Unione sovietica ma nei suoi ultimi anni anche di Orban, indicava il pericolo di un nazionalismo autoritario che dall'interno scalza la democrazia...", ha spiegato la docente su La7, facendo ribollire il sangue a Bruno Vespa che sedeva davanti a lei.

"Mi pare di capire che per la professoressa noi siamo sostanzialmente dei semi-liberi, andiamo a letto la sera non sapendo sotto quale regime ci sveglieremo la mattina dopo, insomma. Con tutto il rispetto... La prego, abbia pazienza...", ha infatti ribattuto il giornalista. Proprio facendo riferimento ai recenti sondaggi, il conduttore Rai ha anche ricordato alla professoressa: "Gli italiani da sempre vorrebbero eleggere direttamente tutti, sia il presidente della Repubblica sia il presidente del consiglio...". E lei, quasi indispettita: "Mi chiedo perché gli italiani lo vogliono. Forse non è il desiderio di maggior partecipazione? Ci sentiamo troppo impotenti, rassegnati. E allora qui il problema è rafforzare la democrazia non indebolirla". A quel punto, ingaggiando un botta e risposta, Vespa ha strapazzato l'interlocutrice con un dato piuttosto emblematico.

"In 13 anni abbiamo avuto nove governi, di tutti i tipi e con tutte le maggioranza. Non è quello che fa una sana democrazia, proprio no!", ha rimarcato il giornalista.

"Però in Francia e negli Stati Uniti col presidenzialismo non va molto bene", ha replicato la docente, come se si stesse parlando di Paesi sull'orlo del baratro. E Vespa: "Lei mi dica quale Paese va molto bene. Abbia pazienza... Ci sono democrazie solide, è un sistema accreditato".

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