Pacchetto sicurezza, ecco tutti i provvedimenti

Dopo il vertice al Palazzo Chigi tra la premier, i ministri e i rappresentanti del personale delle forze dell'ordine arriva il via libera dal Consiglio dei ministri al pacchetto sicurezza. Contiene norme per dare più tutele agli agenti che subiscono violenza o lesioni, un nuovo reato per punire chi partecipa e organizza rivolte nelle carceri, procedure più veloci per la liberare gli immobili dalle occupazioni abusive, una stretta alle truffe agli anziani, misure anti-borseggio, in particolare contro il problema delle donne incinte, e anti-accattonaggio dei minori

Pacchetto sicurezza, ecco tutti i provvedimenti

AGENTI PIÙ GARANTITI. SÌ ALLE ARMI PRIVATE E STRETTA SUGLI ASSALTI

Il governo vuole aumentare la tutela nei confronti degli agenti che operano in strada, ma non solo quando sono in servizio. Eccola, la novità che ha già fatto discutere. L'ha spiegata il ministro Piantedosi: «Saranno autorizzati a portare un'arma diversa da quella di ordinanza, senza licenza, fuori servizio, per impedire la commissione di un reato o in borghese. Oggi la normativa esclude gli agenti di pubblica sicurezza, al contrario di quanto prevede per gli ufficiali di polizia».
Una norma, fanno notare da Chigi «molto attesa dal comparto», che consentirà agli agenti di avere quando non sono in servizio un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza, di solito molto più pesante. Si tratta di un'arma da fuoco privata.
Le misure prevedono poi maggiori tutele per gli uomini delle forze dell'ordine dalle aggressioni, con un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Con l'aggravante per le lesioni. È aumentata inoltre la pena per chi imbratta beni mobili o immobili delle Forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, «se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione». Approvata in cdm anche la delega per la riforma delle polizie locali.

PUNITO DA 2 A 8 ANNI CHI COMPIE O APPOGGIA LE RIVOLTE IN CELLA

Un nuovo reato per contenere le rivolte non solo nelle carceri, ma anche nei Cpr, i centri dove sono detenuti i migranti per le procedure di rimpatrio. In questi anni le strutture sono state ripetutamente devastate da proteste interne, tanto da costringere alcune alla chiusura, come accaduto a Torino. Viene introdotto un nuovo reato che «punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose». La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. La reclusione è da 1 a 6 anni se il reato è commesso in strutture di trattenimento e accoglienza per migranti. Scattano aggravanti fino a dieci anni nel caso di uso di armi. Un altro reato punisce chi istiga la rivolta dall'esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti. «Non è una misura manifesto per Piantedosi - La normativa riguarda l'ambiente carcerario ma c'è una analogia con le rivolte organizzate all'interno delle strutture per migranti».
Per i dentenuti aumentano le telefonate mensili: diventano sei, ma il tetto potrà essere superato a discrezione dei direttori degli istituti «tenuto conto del percorso trattamentale del singolo».
L'intenzione di alzare il limite era stata annunciata nei mesi scorsi dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.

OCCUPAZIONI ABUSIVE. SFRATTI PIÙ RAPIDI E TUTELE AI PROPRIETARI

È stato uno dei cavalli di battaglia del centrodestra, la lotta contro le occupazioni abusive ma soprattutto contro le difficoltà per i legittimi proprietari degli immobili di tornarne in possesso. Viene introdotto un reato, perseguibile su querela della persona offesa, che prevede da 2 a 7 anni di reclusione per chi occupa ma anche per chi impedisce il rientro del proprietario. Ma parallelamente per incentivare la liberazione volontaria dell'immobile, è prevista una causa di non punibilità per l'abusivo che collabori e rilasci la casa occupata senza diritto. La priorità del governo è dare risposte alla piaga di chi non riesce a rientrare nella propria abitazione, per questo ci sarà un procedimento più veloce per ottenere la liberazione degli spazi. Nei casi urgenti, in cui l'immobile occupato sia ad esempio l'unica abitazione della persona offesa, «è prevista la possibilità che la liberazione e restituzione dell'immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l'intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice». Cioè gli ufficiali di polizia giudiziaria, «ove sussistano fondati motivi per ritenere l’arbitrarietà dell’occupazione, dispongono coattivamente il rilascio dell'immobile e reintegrano il denunciante nel possesso del medesimo».

BORSEGGIATRICI- STOP ACCATTONAGGIO E ARRESTO EFFETTIVO ANCHE SE INCINTE

Il governo interviene contro i borseggi in autobus e metropolitane e contro lo sfruttamento di minorenni per l'accattonaggio. Due fenomeni che riguardano soprattutto donne di etnia rom, con l'annosa questione delle borseggiatrici incinte che per il loro stato di gravidanza finora tornavano in libertà subito dopo il fermo. Nel pacchetto si prevede che il rinvio dell'esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza o madri di figli fino a tre anni, non sia più obbligatorio ma valutato dal giudice in presenza dei requisiti di legge. Per evitare, spiega il ministro, «lo sgradevole fenomeno dell'utilizzo della maternità come esimente in caso di commissione di reato». Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice la recidiva.
La pena può essere scontata negli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età). Il questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati commessi in quei luoghi. Il divieto scatta anche con la sospensione della pena. Nasce una norma ad hoc anche per sanzionare chi induce all'accattonaggio un minore di 16 anni.

ANZIANI. CARCERE DA 2 A 6 ANNI PER CHI RAGGIRA LE PERSONE PIÙ FRAGILI

Si voleva dare un segnale alle persone fragili più colpite dalle truffe, gli anziani. E così nel pacchetto approvato dal consiglio dei ministri di fatto la truffa aggravata ai danni di questa categoria, spesso agganciata al telefono prima di essere colpita, viene sanzionata più «gravemente» con una pena da 2 a 6 anni e la multa da euro 700 a euro 3mila, «consentendo così l'applicazione della misura cautelare in carcere». Cioè viene introdotta la possibilità per le Forze dell’ordine di procedere ad arresto in flagranza. La nuova fattispecie di truffa aggravata dunque si introduce «nel novero dei reati per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza». Si vuole fare in modo così che la repressione in questi casi venga eseguita «in maniera più incisiva del crescente fenomeno delle truffe agli anziani, rafforzando gli strumenti di deterrenza e di repressione di tali allarmanti comportamenti». Stando ai dati, al 31 agosto 2023 gli anziani vittime di truffe erano 21.924, con un aumento del +28,9% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando gli anziani truffati erano stati 17.008. Solo a Roma polizia e carabinieri calcolano che nel 2022 ci sono state circa 7mila fra truffe e tentate truffe, in alcuni casi trasformati in furti e addirittura in rapine.

PROTESTE. PUGNO DI FERRO SUI BLOCCHI STRADALI: DIVENTANO UN REATO

L'esecutivo Meloni vuole dare una stretta ai blocchi stradali, come quelli che si sono susseguiti negli ultimi mesi nelle artiere di città come Milano e Roma. Non solo gli attivisti ambientalisti, anche gruppi di protesta bloccano ripetutamente la circolazione, col rischio che comporta per il passaggio dei mezzi di soccorso. Il fenomeno «si sta espandendo e che crea enormi disagi ai cittadini», viene spiegato da Palazzo Chigi. Attualmente la norma punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisca la libera circolazione su strada ordinaria. Il pacchetto sicurezza prevede che da amministrativa però la condotta diventa penale «nel momento in cui risulti particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente». Una stretta voluta soprattutto dalla Lega, che a fine ottobre aveva annunciato di aver depositato una proposta di legge che prevedeva l'arresto in flagranza per chi blocca il traffico.

Il Carroccio puntava a contrastare le iniziative degli attivisti di Ultima generazione, che per mesi hanno fermano il traffico nelle principali città italiane. Il testo, suddiviso in tre articoli, prevedeva nel primo un inasprimento delle sanzioni, con il carcere che sostituisce la multa.

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