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Albanese ne inventa un'altra: "I gazawi esultano? Quella non è festa"

L'inviata di Nicola Porro intercetta la relatrice speciale Onu alla marcia della Pace di Assisi

Albanese ne inventa un'altra: "I gazawi esultano? Quella non è festa"
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Alla Marcia della Pace di Assisi c’era anche lei. Soprattutto lei. Francesca Albanese è ormai Nostra Signora dei Pro Pal, la relatrice speciale Onu diventata il simbolo di chi denuncia il presunto “genocidio” a Gaza da parte degli israeliani e di chi non vede di buon occhio il piano di pace firmato ieri a Sharm da Donald Trump.

Intercettata da Quarta Repubblica, Albanese ha risposto alle domande dell’inviata Eugenia Fiore e le sue frasi non mancheranno di sollevare qualche discussione. Soprattutto sul cessate il fuoco. Che la relatrice Onu non apprezzasse fino in fondo il piano Usa era chiaro sin da quando Trump e Netanyahu lo hanno siglato per poi passarlo, via Qatar e Egitto, ad Hamas. “Non è un progetto di pace - diceva a Di Martedì - si sostituirebbe l'occupazione israeliana con l'occupazione israelo-statunitense. Ci rendiamo conto dell'insulto alla vita e alla dignità umana di proporre un piano coloniale?”. Poi però Hamas ha accettato, i bombardamenti sono cessati e gli ostaggi ancora vivi sono tornati alle loro famiglie. Al netto del sollievo per lo stop alle armi, la tesi di Albanese non è cambiata di molto. “Che effetto le fanno in questi giorni le immagini dei gazawi in festa?”, chiede l’inviata di Nicola Porro. “Dei palestinesi, dei sopravvissuti al genocidio in festa? - risponde lei - Non è festa, è fatica che si scarica", è quando guardi "in cielo e non ci sono più le bombe, è disperazione che si scioglie”.

Albanese è stata senza dubbio la figura simbolo dei Pro Pal. Accolta con giubilo alle manifestazioni. Premiata da numerosi sindaci, anche quelli che - vedi il primo cittadino di Reggio Emilia - sono poi stati bacchettati dalla stessa per le loro posizioni sul ritorno degli ostaggi israeliani come pre-condizione alla conclusione del massacro a Gaza. Ma la sua stella si sta pian piano spegnendo. Non sono pochi i riformisti del Pd che vorrebbero evitare di vedere il partito sulle sue posizioni, soprattutto dopo che la relatrice Onu ha definito “poco lucida” Liliana Segre quando parla di genocidio. L’ha criticata anche Corrado Augias. E a Napoli si sta pensando di revocarle la cittadinanza onoraria per le sue frasi sui campani poco abituati a svegliarsi presto. "Io ho il timore che la parola pace completerà ciò che il genocidio non è riuscito a fare”, ha detto Albanese dal palco della Marcia per la Pace Perugia-Assisi. "Si sta scrivendo la pace con i palestinesi senza coinvolgerli.

Perché la pace sia duratura non è sufficiente che si fermino le bombe, serve che ci sia giustizia, e la giustizia passa anche dai tribunali, Bisogna fare in modo che chi ha commesso crimini e chi li ha supportati o ne ha tratto profitto sia portato davanti alla giustizia”.

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