
"La disabilità non è un limite individuale, ma una condizione relazionale che chiede risposte politiche, culturali e sociali adeguate. E da oggi lo facciamo con più forza". A dirlo è il senatore di Fratelli d'Italia Antonio Guidi, primo firmatario di un disegno di legge costituzionale che mira a inserire un esplicito riferimento alla disabilità negli articoli 3 e 38 della Costituzione italiana.
Il provvedimento propone di aggiungere la disabilità tra i motivi che non possono costituire causa di discriminazione all’articolo 3 della Carta costituzionale, e sostituire la parola “minorati” con “persone con disabilità” all’articolo 38. Il testo del disegno di legge costituzionale, assegnato alla commissione Affari costituzionali in sede redigente lo scorso 6 maggio, ha già ottenuto il parere favorevole dalla commissione Affari sociali e attualmente è all'esame della commissione Cultura dove si sta cercando di arrivare a un consenso trasversale tra le varie forze politiche.
"La Costituzione deve parlare a tutti e per tutti: inserire la disabilità tra le condizioni che generano discriminazione è un atto di giustizia sociale, ma anche un’evoluzione del nostro sistema democratico", spiega ancora Guidi secondo cui la nostra Carta deve evolvere "insieme alla società". Così come avvenuto per gli articoli 9, 41 e 33 che hanno incluso l’ambiente e lo sport, oggi vi è la necessità di inserire la disabilità come "parte della pluralità umana". In un articolo-cardine come questo che elenca 'condizioni personali e sociali', "l’esplicita menzione della disabilità - spiega Guidi - consente una tutela più puntuale, concreta e inclusiva" colmando un "non-detto normativo e culturale che oggi non è più accettabile".
Il disegno di legge, infatti, si inserisce nel solco della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia nel 2009), della Strategia europea 2021–2030 e della Carta di Solfagnano, firmata durante il primo G7 Disabilità e Inclusione ad Assisi e Solfagnano nell’ottobre 2024. "Non si entra nella storia con timidezze lessicali nominare la disabilità nell’articolo 3 è atto di verità democratica e di autodeterminazione", dice Guidi. Per il senatore di FdI, "la Costituzione è un testo vivo, capace di abbracciare i cambiamenti sociali: questo disegno di legge può costituire un traguardo di maturità della nostra società e della nostra nazione".
E ancora: "Una nazione che - osserva Guidi - sa osservare, trasformare e superare i pregiudizi. Non lasciamo nessuno indietro: lo facciamo nella sede più alta, con la parola più forte, quella della Costituzione".