Il Pd getta la maschera e sciopera con Landini: "Condividiamo le ragioni"

Gli esponenti dem scendono il piazza con Cgil e Uil, svelando così il carattere politico e anti-governativo della manifestazione: "Tante le ragioni per esserci"

Il Pd getta la maschera e sciopera con Landini: "Condividiamo le ragioni"
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Svelato il segreto di Pulcinella: dietro allo sciopero indetto da Landini & Co. c'era l'appoggio politico del Pd. Proprio nelle ore previste per l'odierna mobilitazione, i dem hanno esternato il loro aperto sostegno all'iniziativa, gettando una volta per tutte la maschera sulla natura della protesta. Con il loro supporto alle ragioni di Cgil e Uil, del resto, gli esponenti della sinistra hanno indirettamente confermato il carattere politico della convocazione di piazza, rinsaldando quell'antica corrispondenza di ideali che lega i partiti progressisti a certe istanze sindacali.

"Condividiamo le ragioni e la piattaforma della mobilitazione della Cgil e della Uil, sono con loro a sottolinearlo", ha ad esempio dichiarato il senatore Pd Michele Fina, presente a Lanciano a una della manifestazioni organizzate dai sindacati. "È importante ribadire - ha proseguito l'esponente dem - che la manovra economica che il governo sta predisponendo, peraltro con il proposito di bloccare ogni tipo di interlocuzione con il Parlamento, è il nuovo capitolo di un'impostazione che ignora totalmente le esigenze delle cittadine e dei cittadini più vulnerabili...". Dello stesso tenore le parole pronunciate da Laura Boldrini, che pure ha interpretato lo sciopero come "un segnale chiarissimo" contro la legge di bilancio. Secondo la deputata Pd la partecipazione di piazza sarebbe stata "una risposta chiara a Salvini, che ha fatto di tutto per impedire che lo sciopero ci fosse, tentando di limitare un diritto costituzionale fondamentale".

Al coretto dem di sostegno allo sciopero si è unita, tra le altre, pure la voce di Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd. "Sono tante le ragioni per essere in piazza oggi: abbiamo dinanzi una legge di bilancio fragile dal punto di vista della crescita, criticata dalle parti sociali e dalle associazioni di categoria, che taglia fondi necessari alle categorie più deboli", ha affermato il sindaco ed esponente dem, presente al sit-in di Pesaro. Poi l'affondo politico. "Stiamo vivendo giorni gravi per la democrazia del nostro Paese: è stato gravissimo che un ministro, Matteo Salvini, abbia provato a mettersi di traverso per impedire il sacrosanto diritto allo sciopero".

Le ostilità al vicepremier e leader leghista, peraltro, non sono mancate nemmeno da parte degli scioperanti. A ulteriore dimostrazione della connotazione politica della protesta. "Matteo per te niente precettazione, d'altronde sei inutile per la nazione", recitava uno striscione srotolato davanti alla prefettura di Genova durante il corteo organizzato da Cgil e Uil. E, con il passare delle ore, le esternazioni di sostegno da parte di esponenti e parlamentari Pd sono proseguite senza sosta, riprese con lanci d'agenzia.

In modo un po' retorico, ci domandiamo cosa sarebbe accaduto se, a parti inverse, i politici del centrodestra avessero manifestato in coro il loro appoggio a una mobilitazione sindacale in tutta Italia.

Qualcuno, comprensibilmente, avrebbe bollato quell'iniziativa non come uno "sciopero generale" (dicitura rivendicata dagli organizzatori e contestata dal Garante per mancanza di requisiti) ma come una manifestazione politica. Legittima, per carità. Ma pur sempre politica e cioè dettata da ragioni non esclusivamente legate a impellenze o contestazioni sindacali.

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