Il golpe di Cgil e Uil: sciopero generale con il no del Garante. Ma Salvini avverte: "Non starò a guardare"

La bocciatura e la sfida. Dopo il botta e risposta dello scorse ore tra Matteo Salvini e i sindacati arriva il giudizio della Commissione di Garanzia sugli scioperi

Il golpe di Cgil e Uil: sciopero generale con il no del Garante. Ma Salvini avverte: "Non starò a guardare"
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La bocciatura e la sfida. Dopo il botta e risposta dello scorse ore tra Matteo Salvini - «milioni di italiani non possono essere ostaggio dei capricci di Landini» - e i sindacati arriva il giudizio della Commissione di Garanzia sugli scioperi. Lo stop all'agitazione proclamata da Cgil e Uil per il 17 novembre contro la Legge di Bilancio del governo Meloni è secco. «Mancano i requisiti dello sciopero generale perché c'è l'esclusione di molti settori: la protesta di venerdì 17 va rimodulata». Un giudizio che non mette in discussione il diritto di sciopero ma pone l'accento sulla necessità di seguire le regole.

I sindacati, però, non ci stanno e scelgono la linea dura. «Confermiamo la proclamazione dello sciopero generale e le sue modalità di svolgimento», affermano Cgil e Uil. «Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di garanzia. Si tratta proseguono di un'interpretazione che mette in discussione nei fatti l'effettivo esercizio del diritto di sciopero». «Noi andiamo avanti. Il giudizio della commissione ci sembra un giudizio politico», attacca il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, all'ingresso alla sede centrale del Pd, dove si incontra con Elly Schlein. «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, anche se dovessero comportare sanzioni economiche». In serata, però, in una nota l'annuncio che il comparto aereo sarà esentato dallo sciopero generale. I Vigili del Fuoco si limiteranno alla fascia oraria 9-13. E la segretaria del Pd, dopo qualche ora di riflessione decide di fare da sponda alla protesta e cavalcare l'asse che da tempo sta costruendo con i due sindacati più schierati a sinistra, evocando addirittura scenari autoritaristici. «Giorgia Meloni ha aumentato la precarietà, taglia i servizi e le pensioni, umilia i lavoratori calpestando il diritto di sciopero. È un assaggio del premierato forte: forte coi deboli e debole coi forti». E Arturo Scotto chiede «ad horas un'audizione in commissione Lavoro della commissione di Garanzia sugli scioperi. Vogliamo capire i criteri per cui si è proceduto alla precettazione».

Si muove su un filo più istituzionale Giuseppe Conte che pure in questi giorni sta rinsaldando l'asse con Schlein. «Non entro nelle valutazioni del garante, ma il ministro delle Infrastrutture minaccia e suggerisce ai sindacati in quali giorni dovrebbero fare sciopero: il problema non è lo sciopero ma le ragioni dello sciopero e quelle ragioni le sottoscriviamo».

La maggioranza plaude alla decisione del Garante che, come dice Lucio Malan capogruppo al Senato di FdI, «conferma che quella di questo fine settimana è un'iniziativa puramente politica e che poco ha a che vedere con la tutela del lavoro». Salvini, invece, lancia un appello «al buonsenso e al rispetto delle regole. Difendiamo il sacrosanto diritto alla mobilitazione, ma deve avvenire nel rispetto delle regole e non sulla pelle di milioni di famiglie, studenti e lavoratori. Una minoranza di iscritti ad alcune sigle sindacali non può danneggiare un intero Paese». E la Lega in una nota: «Vogliono lasciare a piedi 20 milioni di italiani facendo saltare anche le visite mediche». E ora il ministero delle Infrastrutture è pronto a inviare una lettera per sollecitare un ripensamento anche alla luce delle indicazioni del Garante. La missiva è la prima azione contemplata dalle norme, che poi prevedono una convocazione a un tavolo fino all'estrema conseguenza: la precettazione.

«Se i sindacati rifiutassero di sedersi a un tavolo - ha detto a Stasera Italia, su Rete4 - io non starò a guardare, non lascerò che un venerdì di lavoro due sindacalisti di sinistra per farsi belli paralizzano l'Italia».

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