"C'è chi magari spera di sortire qualche effetto con il giochino del logoramento dei segretari. Non funzionerà, mettetevi comodi. Siamo qui per restare e restare insieme". Elly Schlein, dopo la sua partecipazione alla manifestazione del M5S, è in evidente difficoltà, ma durante il suo intervento alla direzione del Pd decide di passare al contrattacco.
"È stata una scelta presa all’ultimo minuto, senza costruzione politica, di andare a questa manifestazione con i Cinquestelle dove Grillo la oscura completamente facendo parlare di sé con le sue sparate", spiega il politologo della Luiss, Lorenzo Castellani, convinto che la segretaria dei dem sia sempre più spaesata e "molto lontana dall’essere un leader riconosciuta dell’opposizione". La Schlein ha l'ambizione di cambiare pelle al Pd, ma "l’idea di un Pd movimentista è un’idea da centro sociale", sentenzia Castellani che boccia anche l'idea dell'estate militante. La neosegretaria corre il rischio di arrivare "tra tre mesi inchiodata nei sondaggi e senza sapere cosa dire". In sostanza, si ritroverebbe una leadership ancora più debole perché "se non hai idee, contenuti e non buchi lo schermo, con l’estate militante ci fai molto poco", chiosa Castellani.
La prima difficoltà della Schlein, però, è dar vita a un'alleanza strutturale col M5S, anche se appare sempre più evidente che Conte non voglia ricoprire il ruolo di comprimario rispetto alla segretaria del Pd. "L’opposizione è fatta da questi due partiti che sono tra loro in competizione, ma devono per forza parlarsi e così la Schlein, alla fine, ha scelto di andare alla manifestazione del M5S", osserva il filosofo Paolo Becchi che definisce la segretaria del Pd "inconsistente" e "inadeguata" a ricoprire il suo ruolo, una condizione che avvantaggia il centrodestra.
"Credo che la Schlein sia un pesce fuor d’acqua, i democratici aspetteranno le elezioni Europee e, dopo la batosta, ci sarà un cambio un cambio di direzione", dice senza lasciare alcuno scampo al nuovo leader del Pd, mentre Beppe Grillo è solo un (ex) comico che "voleva tornare al centro dell’attenzione, ma ormai, diversamente dal 2013, è politicamente ininfluente perché tutte le decisioni vengono prese da Giuseppe Conte".
Il politologo Piero Ignazi, invece, assolve la Schlein per essere andata alla manifestazione grillina che riguardava la lotta alla precarietà: "Il Pd - dice - è un partito di sinistra che appartiene alla famiglia dei socialisti europei e, quindi, casomai è il M5S che rincorre i dem a sinistra e non il contrario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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