Un piano per educare alle relazioni. Ma la sinistra vuole l'ora di gender

Il progetto del governo rivolto a studenti e professori. Rossoverdi e grillini alla carica per portare nelle scuole le "differenze sessuali"

Un piano per educare alle relazioni. Ma la sinistra vuole l'ora di gender
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Partendo da un grave e drammatico problema come la violenza contro le donne ed essendo necessario cercare soluzioni per contrastarlo anche da un punto di vista culturale ed educativo, si stanno delineando due diverse strade da perseguire. Da un lato c'è la proposta portata avanti dal governo con il piano «Educare alle relazioni» che prevede gruppi di discussione coinvolgendo studenti e professori, dall'altro il tentativo della sinistra di introdurre nelle scuole l'ora di educazione sessuale e affettiva con evidenti secondi fini.

Il piano presentato dai ministri Giuseppe Valditara, Eugenia Roccella e Gennaro Sangiuliano si articola in cinque punti con l'obiettivo di coinvolgere gli studenti «creando un ambiente favorevole allo sviluppo di una cultura di rispetto reciproco e di contrasto alla violenza».

In tal senso il ministero dell'Istruzione e del Merito «promuove la realizzazione nelle scuole di progetti, percorsi educativi, attività pluridisciplinari e metodologie laboratoriali destinate, in particolare, agli studenti delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione». Si tratta perciò di un approccio educativo che affronta la violenza contro le donne sensibilizzando i giovani attraverso il dialogo e il confronto senza tentativi di promuovere tematiche che nulla hanno a che fare con l'argomento o cercando di delegittimare il ruolo della famiglia.

L'insistenza con cui da altre parti si promuove invece l'educazione sessuale testimonia, come avvenuto già in passato, un tentativo di portare il tema del gender nelle scuole mettendo sul banco degli imputati la famiglia il cui ruolo è già stato purtroppo delegittimato negli ultimi decenni.

Lo dice apertamente il capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera Luana Zanella: «personalmente ritengo imprescindibile il pensiero pedagogico della differenza sessuale».

Le opposizioni ieri hanno presentato un ordine del giorno al ddl Roccella chiedendo che il governo si impegni «a promuovere, in sinergia con il Parlamento e tutte le forze politiche, l'istituzione di percorsi di educazione all'affettività in tutte le scuole di ogni ordine e grado e, in linea con le migliori pratiche europee, a partire dalle scuole secondarie di primo grado, anche percorsi di educazione sessuale volti a diffondere in maniera strutturale l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere nonché a informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori, a tal fine prevedendo l'istituzione di un apposito fondo».

Una proposta ribadita dal leader del M5S Giuseppe Conte: «Noi chiediamo» di introdurre «l'educazione affettiva» nelle scuole che comporta «anche l'educazione sessuale».

In realtà i dati ci dicono che nei paesi in cui si svolge l'educazione sessuale le uccisioni delle donne sono più che in Italia.

Per fare qualche esempio, in Svezia c'è dal 1955, in Germania dal 1968, in Francia dal 2001, in Gran Bretagna dal 2020, tutte nazioni con un tasso maggiore di femminicidi che da noi. A testimonianza di come non sia questa la strada da perseguire per contrastare la violenza contro le donne

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