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"Non basta accogliere". Piantedosi zittisce la sinistra sui migranti

Il ministro dell'Interno sfata la storiella rossa: "Non si risolve il problema della sicurezza dando un permesso di soggiorno"

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A sinistra c'è la convinzione che una politica di accoglienza a tutto spiano dei migranti rappresenti una delle soluzioni al problema della sicurezza. In realtà non è così: limitarsi al riconoscimento di un permesso di soggiorno di certo non farà desistere da azioni violente chi ha una concezione distorta della civiltà. A smontare la narrazione rossa è stato Matteo Piantedosi, che ha smentito la tesi propinata ormai da anni dai fautori del "tutti dentro" a favore di chi sbarca sulle coste del nostro Paese.

Piantedosi smentisce la sinistra

Il ministro dell'Interno, intervenuto al termine della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica a Milano, ha voluto così sfatare il discorso secondo cui "basta dare accoglienza per prevenire i reati". Il titolare del Viminale ha riconosciuto che le condizioni di marginalità sociale finiscono per alimentare il circuito dell'insicurezza spesso riconducibile agli stranieri, ma al tempo stesso non ha incassato la solita storiella sull'accoglienza.

"Siamo tutti tentati dal dire 'ti do un permesso di soggiorno e ho risolto il problema sicurezza', ma non è così", ha affermato Piantedosi. In effetti si tratta di una tematica assai complessa. L'immigrazione tende a essere fattore di alimentazione delle sacche di emarginazione e - ha aggiunto il ministro - è soprattutto composta di fasce di età giovanili "che statisticamente, da sempre a prescindere dall'immigrazione, concorrono alla commissione di reati".

Il ruolo dei Cpr

Un altro punto di rilievo è quello dell'estensione della potenzialità dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) per il trattenimento degli stranieri che, stando alla posizione di Piantedosi, potrebbe rappresentare un elemento "complementare ad assoggettare a conseguenze di legge chi commette reati". Su questo fronte sarebbe emersa condivisione non solo all'interno del governo ma anche a Milano.

I Cpr sono luoghi di trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione. Il ministro dell'Interno ha voluto fare chiarezza pure su questo argomento, rispedendo al mittente la tesi secondo cui ci sarebbero persone che sostanzialmente non hanno fatto nulla: "Certo, c'è di base la violazione amministrativa per l'irregolarità della posizione di soggiorno. Ma ci sono quasi sempre persone su cui i questori fanno valutazioni di pericolosità".

Nei giorni scorsi Piantedosi ha tracciato una rotta ben precisa: ha escluso l'apertura di grandi centri di accoglienza, dando priorità al potenziamento degli hotspot per ridurre la pressione migratoria sulle aree principali di sbarco.

In sostanza la volontà è quella di ampliare la rete dei centri di primissima accoglienza, seguendo così il modello dell'accoglienza diffusa rispetto a quello dei grandi centri.

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