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"Piantedosi è stato un ottimo prefetto". Bonaccini imbarazza il Pd

La sinistra puntualmente si scaglia contro il ministro dell'Interno, ma il governatore dell'Emilia-Romagna usa toni molto più morbidi: "Non ho alcuna necessità né voglia di litigarci, da parte mia c'è volontà di collaborare"

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La sinistra non riesce a percorrere una strada in maniera compatta neanche per quanto riguarda l'atteggiamento da opposizione verso il governo. In questi mesi Matteo Piantedosi è stato uno dei principali bersagli del fronte rosso, che si è scagliato duramente nei suoi confronti in particolar modo per la gestione dell'immigrazione. Al ministro dell'Interno sono state rivolte critiche durissime, sconfinando a volte in considerazioni personali assai pesanti. Ora Stefano Bonaccini ha preso le distanze dall'ala così radicale, adottando un comportamento più istituzionale e ricorrendo a parole decisamente più diplomatiche rispetto alle invettive della solita sinistra nostrana.

Il governatore dell'Emilia-Romagna, a margine di un incontro in Comune a Bologna, è stato interpellato sul rapporto con il titolare del Viminale. La sua risposta per certi versi ha lasciato sorpresi: ci si aspettava un duro affondo, invece dal suo canto sono arrivate dichiarazioni di conciliazione che lasciano spazio a un dialogo costruttivo all'interno di un sano rapporto tra il governo e gli amministratori locali appartenenti a forze politiche dell'opposizione. Un'uscita che indubbiamente innescherà più di qualche perplessità e un po' di malessere da parte di chi all'interno del Partito democratico vorrebbe portare avanti un approccio rigidissimo contro gli esponenti dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

In mattinata Bonaccini ha avuto un colloquio telefonico con Piantedosi, trovandosi d'accordo sulla necessità di incontrarsi a stretto giro (magari già nei prossimi giorni) per affrontare l'emergenza immigrazione. "Con Piantedosi non ho nessuna necessità né voglia di litigare. Io l'ho conosciuto come prefetto e lo ricordo come ottimo prefetto di Bologna", ha affermato il governatore dell'Emilia-Romagna. Un incarico che Piantedosi ha ricoperto da maggio 2017 a giugno 2018 in maniera evidentemente gradita da Bonaccini. Che subito dopo ha voluto spazzare via dal tavolo ogni presunto veto o atteggiamento ostile, privilegiando invece il doveroso dialogo con il ministro dell'Interno: "Da parte mia c'è la volontà di collaborare. Ringrazio Piantedosi per avermi chiamato e adesso definiremo l'incontro per capire e valutare come intervenire".

A destare grande preoccupazione è la situazione sbarchi, senza dimenticare il relativo fattore di gestione delle persone che approdano sulle nostre coste. Il governo ha previsto una stretta contro gli irregolari, estendendo a 18 mesi il limite massimo di permanenza nei Centri per il rimpatrio degli stranieri non richiedenti asilo e dando il via a un piano per la costruzione di ulteriori Cpr da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili. La discussione potrebbe essere portata in Conferenza Stato-Regioni. Se da una parte alcuni amministratori locali di sinistra sono già saliti sulle barricate, dall'altra anche su questo punto Bonaccini sembra essere più aperto al confronto: "Penso si debba fare un punto di chiarezza e metterci a discutere".

Proprio nelle scorse ore Eugenio Giani, presidente della Toscana, ha fatto sapere che non darà l'ok a nessun Centro di detenzione permanente nella propria Regione. Una posizione dura e che pone le basi per uno scontro politico con il governo di centrodestra. È solo voce grossa o veramente alla fine deciderà di non attenersi alle indicazioni del Viminale? Farà un passo indietro o negherà il via libera alle strutture riservate alle persone in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione? In un momento così delicato è necessario preservare uno spirito istituzionale.

Bonaccini lo ha capito, a differenza di chi intende sposare linee "barricadere" dettate dal pregiudizio politico.

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