Adam Kabobo era capace di «volere» quando nel maggio scorso aggredì ed uccise a picconate tre persone. È questo l'esito della perizia psichiatrica disposta dal gip di Milano, nella quale si spiega che il ghanese potrà essere processato e che la sua capacità di intendere «era grandemente scemata, ma non totalmente assente». «Le voci mi dicono che io sono il creatore del mondo, che venendo qui in Italia avrei sofferto di più e avrei capito che io sono veramente il creatore del mondo»: sono solo alcuni dei passaggi del racconto confuso fornito ai periti. Kabobo, scrivono i periti, «per esempio, ricorda la numerosità delle vittime, il loro genere, le sequenze degli atti, le armi usate; a tale ultimo proposito, si è anche procurato un'arma più efficiente della prima scelta». E il ricordo, aggiungono, «non è compatibile con una totale assenza di coscienza durante i fatti». Nel confuso ricordo della aggressioni a picconate, Kabobo racconta ai periti di avere sentito delle «voci» che «mi dicevano che la popolazione africana, la parte del nord, anche loro stavano uccidendo le persone a picconi, quindi mi sono sentito anch'io di fare la stessa cosa».
I motivi «da lui riferiti» dell'aggressione a picconate ai passanti, si legge ancora nella relazione, «sono in gran parte patologici, ma assieme a questi ne riporta anche altri, quali il rancore e la frustrazione per non essere ascoltato da nessuno». Non sembra però avere sensi di colpa: «Se Dio fosse una persona direbbe che non ho fatto niente di così esagerato...».
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