Poche risorse per il lavoro

Cinque miliardi di tasse in meno per i lavoratori dipendenti, cinque miliardi e 600 milioni di euro di minori imposte sulle imprese. Ecco il contributo della legge di stabilità ala riduzione de cuneo fiscale. Ma attenzione: la cifra va divisa per tre. Infatti si tratta di stanziamenti per il prossimo triennio e dunque, su base annua, il beneficio in busta paga per i 12 milioni di lavoratori dipendenti in Italia vale poco più di un miliardo e mezzo. Idem per le imprese. Insomma, l'operazione taglio delle tasse sulle imprese e sul lavoro è poca cosa. I calcoli, a grandi linee, sono presto fatti. Nella media, ai dipendenti arriverà uno sgravio annuale non superiore ai 120 euro l'anno, quindi 10 euro al mese per dodici mensilità. È vero che di questi tempi tutto fa brodo, ma sembra poco più (o poco meno) di una mancia. Inoltre, la legge di stabilità non stabilisce i dettagli di questo sgravio fiscale. Saranno il Parlamento e le parti sociali, imprese e sindacati, ad individuarne la ripartizione, conferma il premier Enrico Letta. Lo sgravio avverrà comunque sull'Irpef per i dipendenti e sull'Irap per le imprese.
Il provvedimento varato nella notte dal Consiglio dei ministri prevede anche incentivi fiscali per la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Viene mantenuto, a quanto sembra, la deduzione Irap sui nuovi assunti fino a un massimo di 15 mila euro a dipendente.
In privato, visto che in pubblico non possono, persino i sindacati concordano sul fatto che questa sia un'operazione di facciata. Le imprese sono tutt'altro che contente.

Poco prima che avesse inizio il Consiglio dei ministri, e avendo con tutta probabilità in mano l'ultima bozza della legge di stabilità, la Confindustria ha rilasciato un commento molto negativo: «Così come sembra configurarsi, la legge di stabilità ci allontana dall'obiettivo di dare vigore alla lenta ripresa che si sta delineando». Secondo il ministro dell'Economia Saccomanni, invece, il taglio del cuneo è «sufficiente per la ripresa».

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