Precipita elicottero, morti gli «angeli» del 118

Era in missione di soccorso per una frana. Ma in quella zona impervia in quel momento imperversava un forte maltempo. La sciagura si è consumata nel giro di pochissimi minuti sul monte Faloria, vicino a Belluno: un elicottero del Suem di Pieve di Cadore, ieri pomeriggio, è precipitato per circa 150 metri schiantandosi sulle rocce, dopo aver urtato i cavi dell’alta tensione.
È stato un volo fatale per i quattro membri dell’equipaggio. Sono morti sul colpo Dario De Filip, pilota del Suem; Marco Zago, tecnico aeronautico e membro del Soccorso alpino di Belluno; Fabrizio Spaziani, medico e membro del Soccorso alpino di Pieve di Cadore; Stefano Da Forno, tecnico di elisoccorso e membro del Soccorso alpino di Feltre.
I corpi delle vittime sono stati già recuperati e portati all’ospedale Codivilla di Cortina. Mentre ieri sera a Pieve di Cadore, davanti alla sede del 118, si è radunata una piccola folla di parenti, amici e conoscenti straziati dal dolore.
A scoprire il disastro è stato un altro elicottero che era in volo, sempre nella stessa zona, per un intervento, dopo uno smottamento.
Secondo una prima ipotesi degli inquirenti non è escluso che il velivolo, che stava intervenendo per una frana in zona Rio Gere, verso Passo Tre Croci, si sia abbassato a causa del temporale che si stava abbattendo in quell’area e scendendo possa aver toccato i fili dell’alta tensione.
La procura della Repubblica di Belluno ha aperto un fascicolo d’inchiesta per ricostruire la dinamica della caduta dell’elicottero. Intanto l’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha disposto l’invio di un task force di investigatori per accertare le cause tecniche dello schianto.
Una prima risposta l’ha data ieri sera Hans Unterthiner. Il membro dell’elisoccorso altoatesino, che è intervenuto nel Bellunese sul luogo dell’incidente, punta il dito contro i cavi dell’alta tensione e delle funivie: «Sono la nostra grande paura durante gli interventi di elisoccorso. I cavi andrebbero segnalati con delle palle colorate, come già avviene in alcuni casi. Ma andrebbero anche segnalati sulle carte geografiche digitali che utilizziamo sull’elicottero. Purtroppo i gestori delle linee dell’alta tensione sono molti e anche il legislatore sembra poco interessato a risolvere il problema che interessa solo pochissime persone, ovvero noi dell’elisoccorso».
Unterthiner fa anche notare che soltanto in Alto Adige esistono 2.200 funivie, molte piccolissime utilizzate per il trasporto di materiale ai masi di montagna. Ma il membro del 118 è ancora sotto choc per la tragedia in cui hanno perso la vita molti suoi compagni.

«Quando siamo arrivati sul posto - racconta afflitto - non c’era più nulla da fare per i nostri colleghi. La scena era agghiacciante. L’elicottero ha con ogni probabilità toccato una linea dell’alta tensione, che in quel punto attraversa la valle, ed è precipitato da una altezza di circa centocinquanta metri».

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