Il premier apre il vertice costretto a difficili equilibrismi tra austerity e sviluppo

Il premier apre il vertice costretto a difficili equilibrismi tra austerity e sviluppo

RomaMette subito le cose in chiaro, Mario Monti. «Vengo a rappresentare a questo G8 un’Italia con le carte in regola e che quindi ha le sue posizioni da esprimere con forza nel quadro europeo».
Appena arrivato a Washington, il premier spiega che al vertice di Camp David andrà con una buona dose di orgoglio, non certo con il capo cosparso di cenere. E assicura che farà pesare le sue posizioni negli incontri con i partner, a incominciare dal presidente americano Barack Obama e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Tra il preoccupato leader degli Stati Uniti, che pressa l’Europa a contenere la crisi del debito, e l’austera paladina teutonica dell’austerity, Monti gioca un ruolo di mediazione. Porta un messaggio di cauto ottimismo, in cui rigore e sviluppo si conciliano e non si escludono. Vuole essere il volto di una Ue unita e determinata nel superare la crisi.
In un incontro con i giornalisti prima di un’intervista alla Cnn, il premier dice: «L’Italia chiede che ci sia a livello mondiale ed europeo una crescita molto più vigorosa, che consentirà anche di mantenere nel tempo quegli equilibri di bilancio pubblico che l’Italia per prima e con tanta fatica ha raggiunto e intende mantenere in un quadro di crescita». Poi, l’accenno al focolaio più drammatico in Europa, quello di Atene. Questo G8, dice il Professore, «è un’occasione doppiamente importante», perché si tiene «in un momento in cui la situazione finanziaria ed economica mondiale ed europea è molto complicata, lo sappiamo tutti, dalla Grecia per le implicazioni più vaste».
La prima giornata di Monti negli Usa comincia con le domande di Fareed Zakaria, giornalista di punta della Cnn. «La governance dell’Ue esce rafforzata dalla crisi greca - dice nell’intervista che sarà trasmessa domani-, sono fiducioso che da questa fase difficile uscirà un Europa più integrata, adulta e più forte. Abbiamo costruito i firewall per evitare il contagio».
Da Washington il premier si trasferisce a Camp David, dove il summit dei grandi della terra si apre con la cena organizzata dalla presidenza Usa di turno. Monti avrà stamattina l’onore di aprire la sessione economica e l’onere di farsi portavoce di una speranza che superi i gravi problemi dell’Eurozona. La strategia per evitare all’Ue il banco degli imputati è stata concordata il giorno prima, in una conference call con la Merkel, il premier inglese David Cameron, il neopresidente francese François Hollande, il numero uno del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Manuel Barroso. Ora il Professore ha una delicata missione da compiere. Per l’Ue e per l’Italia.
I primi incontri tra capi di Stato e di governo cominciano in serata. In agenda temi caldi, dalle violenze in Siria alla minaccia nucleare iraniana, dalla situazione in Birmania a quella in Libia e in Corea del Nord. Ma il nodo centrale è la crisi economica e finanziaria.
Il programma di Monti prevede prima della cerimonia l’incontro bilaterale con il socialista Hollande (che la mattina ha visto Obama nello studio Ovale) e dopo cena quello con il primo ministro russo Dmitri Medvedev. Vladimir Putin ha snobbato il G8 in terra americana, preferendo il G20 di giugno in Messico, con la scusa degli impegni per formare il nuovo governo.
Ma anche Hollande è alle prese con l’esecutivo ed è a Camp David. Monti e il presidente francese sono tra i «volti nuovi» che prevalgono a questo vertice.


Molti sono i leader sacrificati dalla crisi, affrontata per la prima volta nel G20 di Londra. Dei presenti nella «foto di famiglia» del 2009 rimangono solo Obama e la Merkel, mancano Gordon Brown, Nicolas Sarkozy, Josè Luis Zapatero e Silvio Berlusconi.

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