Leggi il settimanale

"Il presepe in un altro palazzo". Così Salis ha sfrattato Gesù bambino dal Comune di Genova

A Genova è ancora battaglia sul presepe: dentro il Comune non ci sarà più la natività ma un ben più commerciale e sbrilluccicante, oltre che inclusivo, Villaggio di Babbo Natale

"Il presepe in un altro palazzo". Così Salis ha sfrattato Gesù bambino dal Comune di Genova
00:00 00:00

A Genova da giorni tiene banco il caso del presepe all'interno di Palazzo Turso, storica sede del Comune. Se ne parla tanto perché quest'anno, per la prima volta dopo diversi anni, non ci sarà. Il sindaco Silvia Salis, nel suo primo Natale alla guida della città, ha pensato di cancellare la tradizione che il suo predecessore stava cercando di instaurare, sfrattando Gesù Bambino per far posto a Babbo Natale. Il sindaco non vuol sentir parlare di "sfratto" per quanto riguarda il presepe, ma i fatti sono che, dopo due anni di allestimenti nell'atrio di Palazzo Turso e un anno all'esterno, il simbolo religioso del Natale non sarà rappresentato nella sede istituzionale.

È a questo che fa riferimento Salis quando dice che "in questi giorni è stato raccontato come fosse una tradizione tramandata nei decenni e che arrivavamo noi a stoppare". Certo, la tradizione del presepe per Palazzo Turso non è lunga secoli, risale al 2022 quando venne allestito davanti all'edificio, come ricordano le cronache dell'epoca. Ma le tradizioni non nascono secolari, devono essere iniziate e poi coltivate: se si interrompono non potranno mai crearsi. Niente rappresentazione della natività, quindi, ma un ben più neutro e secolarizzato Villaggio di Babbo Natale che, secondo quanto dichiarano le opposizioni, è costato circa 55mila euro per qualche giorno di presenza. "Sarà a Palazzo Rosso, come è sempre stato", ha detto Salis: bello ma non sede istituzionale. La rappresentazione della sede museale è un appuntamento fisso ormai da tempo, in quello che è sempre stato un percorso per scoprire la tradizione genovese dei presepi.

Quel che viene contestato da più parti al sindaco è la sensazione che si sia voluta affrancare l'immagine istituzionale dalla rappresentazione religiosa del Natale. È indubbiamente una scelta politica da parte dell'amministrazione in chiave politica e secolarizzata. La discussione in Consiglio comunale è accesa e c'è anche chi, nella concitazione del dibattito, ha spostato Betlemme nella Striscia di Gaza, invece che in Cisgiordania. "Oggi il bambin Gesù sarebbe nato nella città di Gaza distrutta dalle bombe, riflettiamo su questo", ha dichiarato Sara Tassara, consigliere della Lista Salis. "Non è di certo ostentando l’allestimento di presepi nel colonnato del palazzo civico che si è valorizzata la tradizione presepiale della nostra città in questi anni, come certi esponenti della minoranza vorrebbero far credere alle genovesi e ai genovesi", ha dichiarato l'assessore alle Tradizioni della giunta Salis.

Ma il presepe non è solo questione di tradizione, è questione di identità: forse è questo il nodo che non si riesce a districare. Allestirlo in una sede istituzionale, come si è tornati a fare a Bruxelles dopo anni, mantiene il legame con il valore più profondo del Natale.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica