Tutto si può dire di Pier Luigi Bersani, tranne che non sia un coniatore di neologismi. Se è vero che un uomo dà il meglio di sé in situazioni di difficoltà, il segretario democratico ha un rapporto privilegiato con le situazioni ingarbugliate.
Ricordate quando, all'indomani delle elezioni amministrative, se ne uscì con la famigerata frase: "A Parma non abbiamo perso, abbiamo non vinto"? Ecco, adesso Bersani ha estratto dal cilindro un altro coupe de génie. Riferendosi alla baraonda interna al centrosinistra e al calo del suo partito nei sondaggi, il leader Pd se ne è uscito così: "Siamo in un momento di caos creativo, ma non ci risulta che ci siano danni", anzi, "penso che le primarie siano un buon traino".
La pressione di Renzi aumenta vertiginosamente, 27 parlamentari del Pd firmano un documento in cui paventano un'esclusione di Vendola dalle primarie per manifesta incompatibilità programmatica, i candidati alle primarie spuntano come funghi in autunno, i dissidi interni tra chi è favorevole a una prosecuzione dell'agenda montiana e chi no restano presenti e Bersani come definisce tutto questo? "Caos creativo". Chapeu. Quanto meno per l'originalità e per l'ardire - ché a essere più obiettivi al massimo si doveva utilizzare l'espressione "caos distruttivo".
Ma il leader democratico, si sa, è uno che pensa sempre al collettivo. Unire le diverse anime del partito è sempre stata la sua missione. E ora, per contrastare l'avanzare del sindaco fiorentino, ha sdoganato la giovane squadra che lo accompagnerà nel tragitto verso le primarie. Considerando che uno dei tre nuovi acquisti si chiama Roberto Speranza, Bersani è sulla giusta strada. Gli altri due sono Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella.
C’è l’avvocato nonché amministratore locale di bella presenza, già contesa dalle televisioni (Alessandra Moretti); c'è il quadro di partito che guidò il movimento giovanile dei Ds e ora è a capo del partito in Basilicata (Roberto Speranza) e c'è lo scout, segretario di una delle sezioni storiche della sinistra romana alla quale è iscritto anche Massimo D’Alema (Tommaso Giuntella).
Tre trentenni a cui Bersani ha affidato il compito di mostrare che un ricambio generazionale è possibile (dimostrando come il Pd avesse bisogno del pungolo di Renzi per attuarlo). La comunicazione sarà affidata ad Alessandra Moretti, 39 anni, vice-sindaco di Vicenza, vicina ai giovani turchi di Matteo Orfini e Stefano Fassina. Il ruolo del coordinatore sarà invece svolto dal più politico della triade, Roberto Speranza, 33 anni, mentre Giuntella, 28 anni, curerà i rapporti con le associazioni e la società civile.
Insomma, la campagna bersaniana è ai nastri di partenza, anche se il leader Pd ha tenuto a precisare che resta "prima di tutto" il segretario di tutto il partito e "ho dei doveri verso il Pd perché il Pd ha dei doveri verso l’Italia, sarò molto impegnato a fare il segretario e può darsi che, come mi ha detto qualcuno, combatterò con le mani legate, ma penso che sia giusto così".
Intanto, continuano a scoccare le scintille tra Renzi e Bersani. I fedelissimi del sindaco rottamatore hanno criticato l’adesione massiccia dei dirigenti emiliani alla campagna bersaniana e il segretario ha prontamente ribattuto che "ognuno che sia un dirigente, un militante, un cittadino ha il diritto di dire la sua. Le strutture del partito saranno neutrali ma ognuno può essere protagonista. È curioso che si facciano certe polemiche quando il segretario, che sarebbe il candidato premier per Statuto, si mette invece in discussione...".
Bersani al momento non si mette però in discussione con Renzi sul campo televisivo. Il primo cittadino fiorentino ha più volte lanciato il guanto di sfida a Bersani, chiedendo un confronto televisivo. Ma, almeno per ora, i tempi non sono maturi. Come ha scritto Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, "Fabio Fazio, che riprende le sue trasmissioni in Rai, aveva pensato di "accaparrarsi" la tenzone in casa democratica e di mandare in onda il confronto tra il segretario e il sindaco. Bersani, però, ha fatto sapere di non essere disponibile.
La motivazione ufficiale? Ci sono diversi candidati e non ha senso un dibattito a due che escluda gli altri". Strano che questa volta, vista la mole di candidati, Bersani non abbia utilizzato l'espressione del caos creativo...
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