Quando erano undici, il deputato Giuliano Cazzola commentò che "sui campi di calcio non temiamo nessuno". Nonostante il numero dei candidati alle primarie del Pdl cambi di ora in ora, la metafora calcistica sussiste. Perché il campo è sempre più affollato e perché non mancano i contrasti tra i giocatori. Il presidente Silvio Berlusconi assiste al match mantenendo la diffidenza di fondo sulla reale utilità della competizione e nutrendo il dubbio che possa rivelarsi un flop.
Intanto però il pallone rotola sul prato del Popolo delle libertà. C'è chi abbandona la lotta e chi cerca di emergere. Ci sono i supporter di un candidato e i supporter di un altro. Se all'inizio la candidatura di Samorì sembrava potesse insidiare quella di Angelino Alfano, adesso a sparigliare le carte è arrivata Giorgia Meloni.
L'ex ministro della Gioventù corre "per rappresentare delle idee e se saranno maggioritarie vincerò" perché "qui c’è in ballo la guida dell’Italia". La Meloni punta il dito contro l'ex Guardasigilli, considerato "ostaggio degli apparati", e si erge a rottamatrice del Pdl annunciando di cambiare tutto in caso di vittoria e di non voler seguire l'agenda Monti, argomento sul quale ha chiesto ad Alfano di prendere una posizione netta.
A sostenere la Meloni, al momento, c'è solo Francesco Storace, leader de La Destra. Mentre a osteggiarla sono in tanti. "Troppo semplice ora che il partito sta attraversando una fase difficile e sta lavorando per rinnovarsi, puntare il dito contro il segretario Alfano. Dove è stata finora l’onorevole Giorgia Meloni? Non è forse stata anche ministro del governo Berlusconi? ", ha tuonato l’europarlamentare del Pdl Lara Comi.
Al di là di quella che al momento sembra la sfida principale, ci sono poi candidature ritirate e candidature rivendicate. Il primo caso è quello di Alessandra Mussolini, che ha deciso di non partecipare più alle primarie perché sono state trasformate "in una squallida resa dei conti interna" il che è" il più grosso errore che si possa commettere. Non si parli allora di primarie ma di correnti allo sbaraglio in cerca di riposizionamento politico".
Il secondo caso è quella di Germania Lancia, da sempre impegnata nel sociale e per i diritti dei disabili che, oltre a candidarsi formalmente, ha denunciato: "Mi sono candidata da sette giorni, ma nessuno ne parla: infatti leggendo la lunga lista dei candidati vedo che c’è posto per tutti, ma non per me. Forse tanto silenzio nasce dal fatto che non sono bella, non sono ricca, non sono famosa, non sono cretina, non sono tutta seno e sedere, ma sono una disabile "laureata, specializzata e masterizzata" che lavora "da 10 anni per garantire i diritti delle persone disabili".
C'è poi la lista degli scettici, quelli che non vedono di buon occhio le primarie e lo dicono senza fronzoli. Come Silvano Moffa, deputato di Popolo e Territorio, che parla di "primarie alla amatriciana". Michela Biancofiore invece tergiversa e, parafrasando le comunicazioni ufficiali del Pdl con cui si è voluto precisare che fino a ieri si trattava soltanto di dare una disponibilità personale, spiega: "Al momento sono soltanto una disponibile ma spero vivamente di diventare al più presto una effettiva". Nel frattempo annuncia battaglia: "Io raccolgo le mie firme per gareggiare sul serio, se poi non dovessi farcela non è un mistero che mi sento molto vicina a colleghi come Galan e Crosetto".
C'è poi chi ha subito ravvisato degli ostacoli burocratici. Si tratta di Alfonso Marra, avvocato ed ex europarlamentare, che ha scritto una missiva indirizzato ad Alfano: "Caro segretario, scrivo per dirti che sussiste un ostacolo regolamentare che rende manifestamente impossibile l’autentica delle firme per i candidati non di partito e che, pertanto, se non verrà rimosso e se non verrà data una proroga/recupero dei giorni che detto ostacolo ha causato, dovrò rinunziare alla mia candidatura alle primarie del Pdl".
Nel frattempo, in una nota, il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, ha fatto sapere che "al di là del mio giudizio personale sull’utilità delle primarie, non ritengo corretto che i coordinatori regionali e provinciali del partito diano precise indicazioni, in qualità di coordinatori e non di semplici iscritti, per la raccolta delle firme solo a favore di alcuni candidati".
Un altro big del partito, Fabrizio Cicchito, capogruppo Pdl alla Camera ha dichiarato che "le primarie stanno rimettendo in moto il partito e il centro-destra con un grande fermento di iniziative attraverso la discesa in campo di numerosi candidati e il decollo di un dibattito politico reale e anche vivace. D’altra parte è inevitabile che, come spesso avviene, quando si mettono in moto processi di questo tipo emergono sia elementi positivi sia fenomeni discutibili".
Infine, mentre c'è chi, come Gaetano Pecorella, annuncia che non andrà a votare "perché non c'è nessun programma politico che i candidati abbiano indicato per far capire dove andrebbe il partito", e mentre c'è chi, come Alessandro Proto, si candida "anche se le primarie non servono a nulla e so di non vincere perché
non c’è tempo", i bookmaker hanno già fatto le loro previsioni e quotazioni. Alfano resta il più accreditato. Giorgia Meloni è quotata a 5.00. Crosetto a 7.00 e la Santanchè a 10.00. Samorì invece è a quota 20.00.
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