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Le priorità del premier: tagli alle tasse, Italicum e lotta ai burocrati

Nel discorso al Senato Renzi annuncia anche un piano per l'occupazione entro marzo e lo sblocco totale dei debiti della Pubblica amministrazione

Le priorità del premier: tagli alle tasse, Italicum e lotta ai burocrati

Roma - Inizia con una battuta: «Vorrei essere l'ultimo presidente del Consiglio che chiede un voto di fiducia al Senato». Poi passa a Gigliola Cinguetti: «Non ho l'età» per sedere a Palazzo Madama. E chiude con evidenti riferimenti ai discorsi di Obama: «Abbiamo una sola opportunità. Ed è questa» per cambiare il Paese.
Matteo Renzi disegna il programma del suo governo con un punto fermo raccolto da Paolo Cirino Pomicino: «Se in questi anni - dice il premier - avessimo prestato ai mercati rionali lo stesso ascolto prestato ai mercati finanziari, ci saremmo accorti che la prima richiesta è la richiesta di semplicità». Nei primi anni Novanta, di fronte alle obiezioni di Guido Carli, ministro del Tesoro, Cirino Pomicino (all'epoca al Bilancio) disse: «Non guardo i mercati finanziari, ma quelli rionali». Per dare ascolto ai mercati rionali, Renzi punta «su un cambio radicale delle politiche economiche». E non solo di quelle. Punta sulle riforme istituzionali. Sull'edilizia scolastica. Sulla burocrazia.

La dichiarazione dei redditi sarà spedita a casa
«Non devono essere la signora Merkel o il governatore Draghi a chiedere di essere seri con il nostro debito pubblico. È il rispetto che dobbiamo alle persone che verranno dopo di noi che ci impone di guardare ai conti pubblici in modo diverso». La ricetta di Renzi si articola in tre proposte, «che verranno introdotte prima del semestre di presidenza italiano della Ue». Con una innovazione su tutte: la dichiarazione dei redditi inviata a casa, sul modello spagnolo.

Pagamento totale dei debiti della Pa
«Sblocco totale - non parziale - dei debiti della pubblica amministrazione, attraverso un uso diverso della Cassa depositi e prestiti». Costo previsto (a carico del debito pubblico), circa 40 miliardi.

Un fondo di garanzia per le piccole imprese
Costituzione di fondi di garanzia, «attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e presti», a sostegno delle piccole e medie aziende che «non riescono ad accedere al credito».

Taglio del cuneo fiscale di almeno il 10 per cento
Nelle prossime settimane - dice Renzi - il governo avvierà «una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, attraverso misure serie e irreversibili, legate non solo alla revisione della spesa, che porterà nei primi mesi del primo semestre del 2014 a vedere risultati immediati e concreti». L'ammontare complessivo del cuneo fiscale si aggira (a seconda delle stime) fra i 18 e i 27 miliardi di euro. Un taglio «a doppia cifra» (quindi, almeno il 10%) oscilla fra i 18 miliardi (stima Uil) e i 27 miliardi (stima lavoce.info). Secondo altre proiezioni, il «peso» medio sulla busta paga del cuneo fiscale ammonta a 14mila euro all'anno. Un taglio del 10% corrisponderebbe nella restituzione (sottoforma di maggior potere d'acquisto) di 1.400 euro.

Entro marzo il piano contro la disoccupazione
Il premier snocciola i dati sulla disoccupazione, passata tra il 2008 e il 2013 dal 6,7 al 12,6 per cento; e quella giovanile salita dal 21,3 al 41,6%. Così, entro marzo, promette un piano per il lavoro che, «modificando uno strumento universale a sostegno di chi perde il posto di lavoro, interverrà con nuove regole innovative».

Guerra aperta alla burocrazia asfissiante
Renzi dichiara guerra alla categoria. «I governi passano, i dirigenti restano. Servono tempi certi. Non può esistere - sottolinea il premier - la possibilità di un dirigente che rimane a tempo indeterminato e che fa il bello e cattivo tempo». Al presidente del Consiglio sembra rispondere Maria Cannata, dirigente generale dell'Economia responsabile del debito pubblico. Prima critica l'idea di tassare i Bot: darebbe un gettito modesto, dice. Poi, di fronte alla sfida del neo ministro Pier Carlo Padoan, di stimolare la crescita, osserva: «Ha di fronte a sè una sfida importante. È molto impegnativo farlo in determinate condizioni di conti pubblici. Non è così scontato».

Miliardi di fondi per sistemare le scuole
«Metto a verbale che la scuola è il punto di partenza». Il presidente del Consiglio anticipa che scriverà una lettera agli 8mila sindaci italiani per chiedere loro progetti per il recupero edilizio delle scuole del loro comune. «Abbiamo bisogno di intervenire nell'edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre con un programma straordinario di qualche miliardo di euro». Prima di arrivare a Palazzo Chigi aveva stimato l'impegno finanziario in 5 miliardi.

Diritto di cittadinanza dopo 5 anni di scuola
Lo schema del governo per le nuove cittadinanze prevede il criterio di un ciclo scolastico. Bisogna dare la possibilità a una bambina straniera nata in italiana, in quinta elementare, di essere considerata italiana».

Snellire i tempi dei processi civili
La riforma - annuncia il premier - sarà presentata in Parlamento entro giugno. «Da vent'anni viviamo uno scontro ideologico sul tema. Dopo 20 anni le posizioni sono calcificate». Obbiettivo di Renzi è tagliare le procedure: «Non è possibile che negli appalti pubblici lavorano più gli avvocati che i muratori». E la lunghezza dei processi civili tiene lontani gli investitori stranieri. «Mentre un Paese ricco non deve avere paura degli investimenti stranieri». E per quella penale critica il sistema che condanna a pene minime i pirati della strada. E cita il caso di «Lorenzo» un ragazzo ucciso a 17 anni. «Vi rendete conto di cosa possa significare andare a dire ai suoi amici che festeggiano il 18esimo di Lorenzo che io rappresento le istituzioni?».

Le riforme istituzionale da approvare in contemporanea
Il presidente del Consiglio considera legate a doppio filo le tre riforme istituzionali che si è impegnato a portare avanti: abolizione del Senato, modifica del Titolo V della Costituzione, legge elettorale. «Esiste un legame netto: sono tre parti della stessa faccia». Tant'è che conta di farle votare in contemporanea, o - quantomeno - in tempi ravvicinati: l'abolizione del Senato inizierà a Palazzo Madama; la legge elettorale è in discussione a Montecitorio. E sempre alla Camera inizierà il dibattito sulla modifica del Titolo V. «L'Italicum non è soltanto una priorità, ma anche la prima parziale risposta all'esigenza di evitare che la politica perda la faccia». E aggiunge: «Non pretendiamo di dare la linea al Parlamento. Però vi chiediamo di farvi carico, insieme a noi, del fatto che i tempi non sono una variabile indipendente».

Largo ai privati per rilanciare la cultura
Renzi ribalta il luogo comune «con la cultura non si mangia». «Con la cultura si mangia eccome; è qualcosa che nutre l'anima». Per questo - sottolinea - «bisogna anche avere il coraggio di aprirsi agli investimenti privati». Concetti ormai abbandonati, ma introdotti per primo da Alberto Ronchey.

L'Italia faro per una nuova Europa
Renzi tintilla il sogno di Altiero Spinelli (senza citarlo) degli Stati uniti d'Europa. «L'Europa non è nostra matrigna: è una subalternità culturale dalla quale ci possiamo liberare solo noi». E annuncia che se entro l'1 luglio, il Parlamento darà vita alle riforme annunciate (costituzionali, istituzionali, elettorali, fiscali, del lavoro, di giustizia, scolastiche) «Senato e Camera saranno in grado di vivere il semestre europeo come l'occasione in cui guidare le istituzioni europee studiando una proposta affinché nei prossimi vent'anni potremo guidare l'Europa politicamente».

Si tratta di «un percorso che è uno dei punti centrali della credibilità delle istituzioni».

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