
Dialogare con il governo guidato da Giorgia Meloni per provare a portare a casa qualche risultato? Promuovere un atteggiamento istituzionale? Mettere da parte i pregiudizi politici e farsi guidare dal buonsenso? Nulla di tutto ciò. Maurizio Landini continua a praticare lo sport che gli vale la medaglia d'oro: minacciare una raffica di scioperi. Dopo la pausa estiva, il segretario della Confederazione generale italiana del lavoro è tornato ad agitare lo spettro della mobilitazione e ha così prospettato un ottobre di fuoco. Ovviamente portando avanti la solita retorica contro l'esecutivo di centrodestra.
Landini si è detto "assolutamente preoccupato di quello che sta avvenendo". Il riferimento è in particolare all'impegno richiesto dall'Europa sull'aumento delle spese per il riarmo, motivo per cui ha fatto sapere che sono state avviate le discussioni interne per prevedere una serie di mobilitazioni già nel mese di ottobre. Intervenuto alla festa del Fatto Quotidiano, il leader della Cgil è stato interpellato con una domanda semplice: il suo sindacato sta pensando a un nuovo sciopero? E la risposta non poteva che essere: "Non escludiamo nulla".
Il copione è il solito. Prima ha rincarato la dose contro il riarmo, poi ha invocato un intervento diretto pubblico nell'economia da accompagnare a maggiori investimenti da parte delle imprese. Ovviamente, da buon catastrofista, ha delineato uno scenario nefasto che starebbe per abbattersi sull'Italia: taglio dei servizi pubblici, della sanità, della scuola. Ma proprio pochi giorni fa il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si è detto ottimista sulla prossima manovra di fine anno: "Diversamente da quello cui eravamo abituati per tanti anni, quando la Legge finanziaria era quella delle manovre correttive, dei sacrifici per gli italiani, la notizia è che quest'anno non serve una manovra correttiva".
Eppure Landini, ancor prima che venga stilata la prima riga di bozza della manovra, già prospetta una disfatta. Ed è proprio su questo autoconvincimento che si basa la vulgata della Cgil a suon di scioperi. Il risultato ottenuto dalla sfilza di mobilitazioni? Aizzare gli animi delle opposizioni in Parlamento, infuocare il clima politico nel nostro Paese e rendere ancora più profonde le divergenze.
Nulla di utile per l'Italia, che invece rappresenta un modello di riferimento di stabilità e conti in ordine in tutta Europa. Con buona pace di chi sogna una rovinosa caduta che, di questo passo, è destinata a restare un'utopia per la sinistra.