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"Prove di dittatura". L'uscita choc di Bompiani contro il governo

La scrittrice rossa si scaglia contro il governo per la precettazione dello sciopero: "Atto grave, è una delle libertà che ci vengono una per una tolte"

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È sempre la solita sinistra che non cambia mai. Da diverse ore il fronte rosso sta agitando lo spettro del pericolo anti-democratico in seguito alla decisione del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini di far scattare la precettazione per ridurre lo sciopero del trasporto pubblico previsto per venerdì 17 novembre. Una decisione che ha fatto immediatamente salire sulle barricate l'opposizione, che ha accusato il governo guidato da Giorgia Meloni di aver intrapreso una scelta politica contro Cgil e Uil. Ginevra Bompiani si è spinta oltre ripescando dal cassetto l'immancabile storiella che richiama a periodi nefasti della storia.

La scrittrice rossa, intervista a Tagadà su La7, è andata dritta al punto e ha espresso la sua considerazione al veleno alla luce del provvedimento firmato dal ministro delle Infrastrutture: "Queste sono prove di una dittatura". A suo giudizio siamo di fronte a un atto "grave" avvenuto con motivazioni ritenute "povere e ignare". Dalle visite mediche ai mezzi di trasporto, sarebbero stati molti i disagi e i disservizi con cui i cittadini avrebbero dovuto fare i conti qualora fossero state confermate le iniziali condizioni di sciopero. Da qui l'intervento di Salvini che ha agito con una soluzione che farà convivere l'esercizio del diritto di sciopero e il godimento dei diritti della persona costituzionalmente garantiti.

"Ma lo sciopero è proprio questo, dà fastidio perché se non dà fastidio non succede niente", ha aggiunto Bompiani. Senza alcun dubbio lo sciopero è un diritto sacrosanto conquistato dopo anni di battaglie e che va assolutamente salvaguardato, ma allo stesso tempo la libertà non può intaccare le libertà altrui di recarsi sul posto di lavoro o nei luoghi di studio. La scrittrice rossa in conclusione ha affermato che dal suo punto di vista si tratta di "una delle libertà che ci vengono una per una tolte".

Nello specifico a quali libertà private fa riferimento? Per caso in Italia dal 25 settembre 2022, giorno in cui il centrodestra ha trionfato alle elezioni, si è instaurato un regime dittatoriale? Eppure Bompiani in maniera puntuale va liberamente (ci mancherebbe) nelle trasmissioni televisive a pontificare sul governo, tanto che nell'ultima puntata di Dimartedì su La7 ha accusato - tanto per cambiare - la politica della destra che "è sempre quella di punire, punire come si fa a scuola perché sono cattivi" in riferimento ai migranti.

Effettivamente da qualche settimana si sentiva la mancanza del copione secondo cui con l'esecutivo di centrodestra si rischia una deriva autoritaria. Con quale coraggio si prova a parlare di dittatura? La precettazione è un provvedimento amministrativo con cui si può limitare lo sciopero. Non è stato partorito dal centrodestra nella giornata di ieri: la legge 15 giugno 1990, n.146 stabilisce - tra le altre cose - che il presidente del Consiglio o un ministro da lui delegato possono intervenire se si presenta il "fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti". In sostanza si può disporre il differimento dello sciopero o la relativa riduzione della durata.

Ma a sinistra continuano a vedere i fantasmi del fascismo.

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