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La pugnalata di Conte stacca la spina a Bari e va all'opposizione contro Emiliano

Il grillino medita l’uscita dalla maggioranza in Puglia per incassare alle Europee e puntare alla guida del centrosinistra cavalcando i temi della legalità

La pugnalata di Conte stacca la spina a Bari e va all'opposizione contro Emiliano

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Mentre i pontieri procedono a fari spenti nella notte del campo largo, con l’obiettivo impossibile di trovare un terzo candidato a Bari, nel M5s ormai alzano il tiro e vogliono andare all’opposizione di Michele Emiliano in Regione Puglia. Giuseppe Conte cercherà l’escalation con Elly Schlein, almeno fino alle elezioni europee. Lo strappo di Bari è solo l’inizio. Il prossimo bersaglio è la giunta regionale di Emiliano. Conte, sabato sera ad Accordi e Disaccordi sul Nove, ha spiegato di volere andare oltre il ritiro dell’assessore in quota M5s: «Saremo ancora più ambiziosi». L’indomani, dall’entourage di Conte, confermano gli intenti bellicosi: «Stiamo definendo, ma serve un passaggio forte». Per dare più importanza alla svolta, l’ex premier potrebbe riesumare perfino la votazione online con gli iscritti. L’ipotesi sul tavolo è l’uscita dalla maggioranza che sostiene il governatore. L’inchiesta per voto di scambio, che ha portato alle dimissioni dell’assessore regionale dem Anita Maurodinoia, è il casus belli perfetto. L’avvocato di Volturara Appula ha già pronta la sua narrazione, da raccontare durante la campagna elettorale per le europee: «Per noi la questione morale viene prima delle poltrone». C’è pure la vittima sacrificale, che è Rosa Barone, assessore grillina di Emiliano. Con lei uscirebbero dalla maggioranza gli altri tre consiglieri pentastellati: Marco Galante, Cristian Casili e Grazia Di Bari. Eppure Conte prende tempo. Dopo i petardi di sabato non fa ulteriori annunci. Il piano per l’uscita dalla Giunta pugliese si rivela più complicato del previsto. Barone, di fronte alla richiesta di mollare la poltrona, sta facendo qualche resistenza. Anche Casili, vicepresidente del Consiglio regionale in quota maggioranza, perderebbe lo strapuntino. Così come Di Bari, nominata da Emiliano consigliera delegata alla Cultura.

«La Di Bari con questa delega gira il mondo per rappresentare la Puglia, non sarà facile lasciare Emiliano», maligna un dem pugliese.

Ma intanto c’è pure chi si avventura a parlare di una mozione di sfiducia del M5s contro il presidente della Regione. Senza i quattro pentastellati, la maggioranza che sostiene Emiliano si assottiglierebbe a cinque consiglieri.

La partita di Conte è molto più grande della Puglia. I traguardi dell’ex premier sono due. Uno a stretto giro, l’altro più in là nel tempo. Il primo appuntamento sono le europee. Il presidente del M5s vuole avvicinarsi il più possibile al Pd al voto di giugno e deve differenziarsi dalla Schlein, battendo su temi forti come la legalità e il pacifismo.

L’obiettivo è una riapertura del cantiere del campo largo da una posizione di pari dignità. Passaggio funzionale allo scopo finale: ottenere la leadership dei progressisti e la candidatura a premier nel 2027. Se l’ambizioso piano non riuscisse, il futuro del M5s sarebbe un punto interrogativo. Perciò Conte deve fronteggiare i malumori dei filo-Pd, che sono la maggioranza nei gruppi parlamentari. «Possiamo fare quello che vogliamo, ma il problema è che da soli scompariamo», dice a Il Giornale un deputato grillino al secondo mandato. Se saltasse l’alleanza con i dem verrebbe meno anche l’ipotesi di un ripescaggio nelle altre liste di centrosinistra dei big stellati che al prossimo giro non potranno correre per via della regola dei due mandati. Non solo: Roberto Fico dovrebbe dire addio alla candidatura a presidente della Campania nel 2025, in deroga al doppio mandato e con l’appoggio del Pd.

In sintesi: Conte punta a soggiogare Schlein ma potrebbe finire giubilato dai suoi.

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