Ristrutturazioni faraoniche, lo chef delle nozze, operazioni in nero per milioni, soldi scomparsi e soldi all’estero. Un prelievo continuo, scientifico, dalle casse del partito dove dal 2007 al 2011 erano confluiti rimborsi elettorali per 80 milioni di euro. «Un’operazione di spoglio sistematico e di saccheggio dei fondi assegnati all’associazione Democrazia e Libertà - La Margherita» che va oltre l’appropriazione indebita a fini personali ipotizzata inizialmente dai pm di Roma. Per il gip il senatore Luigi Lusi è a capo di una associazione a delinquere, anzi di un’«associazione che decide di delinquere» quando il senatore impone alla sua «squadra», composta da persone a lui vicine, di mobilitarsi in nome di un interesse comune: la sua carriera politica.
«RISPARMI» PER IL FUTURO
Una carriera «che necessitava di essere ridisegnata in vista della programmata estinzione della Margherita e per la quale sarebbero state preziose le risorse che si potevano nel frattempo drenare dal partito». È dalla primavera del 2007 che i conti della Margherita cominciano a prosciugarsi, prima con un bonifico da 12 milioni, poi con un milione per l’acquisto dell’usufrutto di una villa ad Ariccia, quindi con tre milioni finiti nella disponibilità della moglie e di altri tre per ristrutturare le case di Capistrello e Genzano. Fino a sfiorare la cifra di 23 milioni di euro.
E LA MOGLIE CONFESSA
È proprio la moglie Giovanna Petricone a svelare ai pm i progetti del marito. «Nel 2006 Luigi diventò senatore della Margherita e a quel momento mi espresse la sua preoccupazione per il futuro del partito, che immaginava destinato a una prossima estinzione. Mi disse che il suo progetto era quello di gestire i fondi della Margherita in modo del tutto autonomo».
IL PATRIMONIO DI FAMIGLIA
E ancora. «Voleva investire in immobili per alimentare il futuro della sua carriera politica e mi disse che, se la sua carriera fosse finita, il patrimonio sarebbe rimasto alla nostra famiglia». Ciò spiegherebbe come mai il «clan» di Lusi (la moglie, i commercialisti, la collega di studio e il collaboratore di sempre) si sarebbe prestato alle illecite operazioni di autofinanziamento: «Per tutte queste persone la sopravvivenza politica e i successi politici di Lusi non sono per nulla indifferenti, tutti nutrivano la ragionevole aspettativa di poter godere di vantaggi» .
LA CONDOTTA COMPULSIVA
Lusi era «ossessionato», agiva con condotte«compulsive»,in un contesto «di ricettazione, riciclaggi, trasferimenti fraudolenti di valori assecondando un’imponente causale di consolidamento della proprietà delle somme sottratte attraverso l’occultamento della loro provenienza».
CACCIA AL TESORO CONTINUA
Alla fine i milioni scomparsi sono quasi 23. Ma la lista della «spesa proletaria» fatta da Lusi nella cassaforte del suo ex partito sarebbe più ingente. Per il gip i conti, calcolati sugli estratti ufficiali, non tornano. «Resta infatti ancora da chiarire la destinazione di alcuni milioni di euro, dei quali almeno 3/4 usciti mediante assegni liberi e a cifra tonda e di oltre un milione in contanti». Cinque milioni fantasma. Poi «vanno aggiunte altre voci “di colore”: 600mila euro concessi in prestito ad alcuni conoscenti della moglie (...), 320mila euro per l’acquisto di alcuni box poi non portato a termine», oltre ai 30mila per lo chef.
IL BANCOMAT, EURO PER EURO
Fa impressione la ricostruzione dei consulenti sui prelievi di Lusi dal conto Bnl al Senato della Margherita: 1 milione e 300mila per ristrutturazioni immobiliari «fatturate »; 2 milioni e 700mila per quelle «non fatturate»; 3 milioni e 281mila (una parte in Canada sul conto della moglie); 13 milioni e 579mila (nella società canadese di Lusi, la Luigia Ltd), un milione e 355mila (per il surplus in nero di via Monserrato a Roma), un milione per l’acquisto dell’usufrutto della villa di Ariccia ai Castelli.
CAPISTRELLO COME CANNES
Nel paese natale di Capistrello, in Abruzzo, Lusi ristruttura una casa spendendo quasi tre milioni di euro, ben fuori «dai valori correnti di mercato», più che in Costa azzurra. Ma tanto non erano soldi suoi. Tant’è che ai magistrati non sfugge «l’estrema disinvoltura negli impieghi, nelle dismissioni, negli investimenti di chi» come Lusi «si trovi titolare di beni e di valori di illecita provenienza».
COLONNA, CHEF DI NOZZE
Se per i lavori in Abruzzo ha tirato fuori tre milioni, per il suo ricevimento di nozze (le seconde, celebrate a luglio 2009 nel prestigioso «Open»di Roma)ha staccato assegni per 30mila euro. Soldi della Margherita, naturalmente. Servivano a pagare lo chef di Antonello Colonna. Che di Lusi, ancor oggi, ha giustamente un bel ricordo: «Una persona più che corretta. Ha saldato subito e con fattura intestata allo studio della moglie. Come cliente è stato ineccepibile. Magari fossero tutti come lui».
COMMERCIALISTI FAI DA TE
Quanto ai due commercialisti della Margherita, Montecchia e Sebastio secondo i pm hanno avuto «un ruolo attivo e determinante nell’intera operazione». Apporto che «non si è limitato alla falsificazione della contabilità e dei suoi rendiconti, ma si è esteso a un generale supporto nelle attività collaterali necessarie a Lusi per portare a termine l’articolato e pianificato programma delittuoso. E che, si badi, è senza dubbio oggetto di un’intesa preventiva».
FINANZIAMENTI E DITTATURA
Parlando del «contesto clamoroso » nel quale- al di là delle somme impropriamente prelevate- è maturata l’inchiesta su Lusi, il gip si sofferma sul finanziamento pubblico ai partiti evidenziando il rilievo «costituzionale» di questi ultimi. «La manomissione del pluralismo dei partiti è sul piano ontologico si legge nell’ordinanza-l’anticamera della svolta totalitaria». Non a caso «la legge prevede un imponente sistema di finanziamento », sistema che Lusi ha violato spudoratamente. Fatti gravissimi «connotati da un’opacità idonea a incidere sull’effettività di precise garanzie costituzionali».
Lusi non ha «solo» saccheggiato le casse del partito ma ha mostrato una «consapevole e programmatica indifferenza » per i fini a cui quei soldi erano destinati. E ciò «ad onta del ruolo parlamentare ricoperto». Anche per questo va arrestato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.