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"Qui la benzina costa meno". Cosa c'è dietro le pompe "no logo"

La denuncia sulle "pompe bianche": ecco come fanno ad avere prezzi sempre bassi

"Qui la benzina costa meno". Cosa c'è dietro le pompe "no logo"

Mentre scoppia la polemica sulle accise e l'aumento del prezzo della benzina con accuse di ogni tipo al governo, in commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie, Marcello Minnenna, direttore uscente dell'Agenzia delle Dogane ha denunciato il fenomeno delle cosiddette pompe bianche.

"Sul tema delle accise sono stati fatti controlli sulle frodi carburanti, fondamentalmente collegabili al fenomeno delle pompe bianche", afferma Minnenna. Vale a dire, spiega Giuseppe Zafarana, comandante generale della guardia di Finanza, sempre durante la medesima audizione: "Si tratta principalmente di settori della logistica petrolifera e di distributori senza logo, cioè pompe bianche, attraverso cui le organizzazioni criminali realizzano le condotte evasive che consentono di immettere sul mercato carburante a prezzi fortemente concorrenziali".

Come funziona

Per fare in modo che la benzina ai rivenditori costi meno e di conseguenza possano rivenderla a un prezzo inferiore rispetto alle altre pompe di benzina è necessario che un'autocisterna parta con un carico di contrabbando dalla Slovenia, Bulgaria o Polonia. Una volta attraversata la frontiera italiana deve dirigersi a un deposito di carburanti di piccole-medie dimensioni. Ossia, il deposito per essere definito tale non deve superare le 3mila tonnellate di stoccaggio. Questo perché il gestore del deposito non ha l'obbligo di utilizzare il sistema Infoil collegato con la guardia di Finanza e l'Agenzia del Demanio. Mentre le altre pompe di benzina con grandi quantità di benzina stivate nei depositi sono soggette a controlli stringenti, quest'altre riescono a sfuggire al monitoraggio delle verifiche di carico e scarico nei depositi. Concretamente significa non versare le accise e l'Iva. Di conseguenza i destinatari della benzina sulla quale non sono state pagate le tasse sono le stazioni di servizio no logo, le pompe bianche. In questa maniera i prezzi sono inevitabilmente più bassi.

Sul territorio italiano queste sono ben 6mila e ovviamente non tutte partecipano a questo procedimento illegale. Allo stesso tempo, però, i principali illeciti nel settore della distribuzione si concentrano nelle stazioni di servizio no logo. Molte delle quali gestite dalla criminalità organizzativa che utilizza parte dei proventi per comprare depositi di stoccaggio e altri distributori di benzina. "Siamo i primi a chiederli: ma che si indaghi anche sui carburanti importati illegalmente che sono il 30% e che tra evasione e irregolarità costano allo Stato 13 miliardi l'anno. Lì si troverebbero i soldi che servono", è quanto afferma Bruno Bearzi, presidente della Figisc, Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio, in merito ai controlli realizzati dalla Finanza.

Nel triennio 2019-2022 proprio la guardia di Finanza ha sequestrato 19 milioni di chili di carburanti scoprendo un consumo illegale di prodotti energetici non dichiarati di 404 mila tonnellate.

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