
Il referendum indetto dalle opposizioni è naufragato inesorabilmente e senza possibilità di appello. Appena il 30% degli aventi diritto ha deciso di andare alle urne per dare il proprio voto ed esprimersi sui quesiti abrogativi proposti, tra i quali quello della cittadinanza. Una debacle su tutta la linea per i promotori, che non hanno raggiunto il 50% nemmeno nelle regioni tradizionalmente "rosse", le cosiddette roccaforti dove si concentra gran parte dell'elettorato che rappresenta il loro zoccolo duro. Doveva essere un "assalto" al governo, si è trasformata in una Caporetto senza eguali, di cui si iniziava ad avere sentore già a mezzogiorno di ieri, quando a votare era andato poco più del 7% degli aventi diritto.
Poi, certo, con ulteriori 24 ore di voto, quasi, qualche punto è stato recuperato dal punto di vista dell'affluenza, ma come prevedibile il tanto agognato, o forse sognato, 50% + 1 degli elettori non è stato raggiunto. L'appello al voto fatto anche in extremis, in pieno silenzio elettorale, dal palco di una manifestazione ufficialmente organizzata per la guerra a Gaza, non ha sortito alcun effetto. Il circolino non si è ingrandito. Ma se era prevedibile che non si raggiungesse il quorum a livello nazionale, non era prevedibile che nemmeno nelle regioni rosse andasse a votare meno del 50% degli aventi diritto. L'Emilia-Romagna è tradizionalmente una delle regioni sulle quali la sinistra del Pd fa maggiore affidamento e che rappresenta la sua cassaforte di voti si ferma appena sopra il 38% e la Toscana, per la quale si potrebbe fare lo stesso identico discorso, ha superato di poco il 39%.
Sono le due regioni in cui l'affluenza è stata più alta, seguite dalla Liguria dove ha votato il 34.9% scarsi degli aventi diritto. In Lombardia si conferma Milano come città in cui l'affluenza è stata più alta, ma nemmeno qui si è raggiunto il 50%. A Bologna si è sfiorato il 45%, a Firenze, che è la città con il maggior numero di votanti, si è arrivati al 46%. Nessun capoluogo ha raggiunto il 50%, nemmeno quelli governati dalla sinistra.
Una sconfitta su tutta la linea che è anche un messaggio politico per Elly Schlein e per i suoi alleati, ma non quello che loro avrebbero voluto mandare.
E a decretare la debacle delle opposizioni sono arrivate anche le parole di Carlo Calenda, che prende le distanze: "Se la sinistra continua a farsi trascinare dalle battaglie ideologiche di Landini, Conte, Fratoianni e Bonelli non andrà da nessuna parte".