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"Non c'è urgenza". Renato Zero bacchetta Schlein sull'utero in affitto

Il cantautore romano respinge l'idea della maternità surrogata: "Si fa molta confusione con le parole. Ci sono tanti bambini da adottare"

"Non c'è urgenza". Renato Zero bacchetta Schlein sull'utero in affitto

Il nuovo corso di Elly Schlein avrebbe dovuto rivoluzionare il Partito democratico rispetto al passato, ma in questi primi passi è rimasto ancorato a temi che ora rischiano di spaccare la galassia rossa. Ad esempio sull'utero in affitto non mancano differenti correnti di pensiero tra i dem, anche perché c'è un'opinione pubblica assai contraria a questa pratica. A schierarsi per il "no" è anche Renato Zero, che ha bacchettato quella che sembra essere una delle priorità del Pd.

La bacchettata a Schlein

Nei giorni scorsi il segretario del Partito democratico si è detto favorevole alla gestazione per altri. Il cantautore romano, intervistato da Il Messaggero, è stato interpellato proprio sulla posizione espressa da Schlein senza far mancare una sorta di tirata d'orecchie in considerazione dell'attuale contesto che il nostro Paese sta attraversando. In effetti ci sono altre problematiche che meritano attenzione, ma se proprio si vuole intervenire su questo fronte bisogna cambiare prospettiva e approccio.

"Si fa molta confusione con le parole. Non mi sembra ci sia urgenza di queste cose", ha dichiarato Renato Zero senza ricorrere a mezzi termini. L'artista ha fatto notare che a oggi "ci sono tanti bambini da adottare", motivo per cui ha sottolineato quanto sarebbe necessario "snellire le pratiche per poterlo fare". Dal cantautore arriva così un secco "no" all'utero in affitto, una posizione che d'altronde aveva già palesato in passato.

Renato Zero contro l'utero in affitto

Renato Zero nel suo percorso artistico ha sempre trattato tematiche come l'identità di genere, l'uguaglianza e la libertà, ma ha tracciato un confine ben preciso e pertanto ha voluto prendere le distanze dal concetto di maternità surrogata. Nel 2017 in un'intervista ad Avvenire aveva condannato l'utero in affitto e la compravendita di neonati: "Quando mettiamo al mondo un essere non ne siamo proprietari, abbiamo solo favorito il suo intervento sulla terra, e questi bambini, tolti alle madri dopo il parto, non sono orfani, ce l'hanno una mamma ma non sapranno mai chi è".

Il suo album Zero il folle del 2019 ha una fortissima impronta pro vita. In particolare il brano La culla è vuota, contro il crollo delle nascite in Italia, invita a preservare il dono della vita e a trasformare l'amore in nuova vita: "Quante splendide vite rispedite al mittente non abbraccerai mai". Tra le altre cose aveva condannato anche l'aborto quando viene usato come anticoncezionale: "L'amore non deve solo rappresentare un rapporto a due ma pure dar continuità alla specie".

Nel 1973 con Sogni nel buio (una canzone anti-abortista) aveva dato voce a un feto nel ventre della madre destinato a non nascere.

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