Renzi all'incasso ora pretende il Pd

Renzi all'incasso ora pretende il Pd

RomaC'è gran fermento al Nazareno: dato a Letta quel che è di Enrico (il governo) ora tocca mollare a Renzi quel che Matteo s'acconcia a prendere (il partito). Ma se prima l'establishment pendeva per il Pisano per frenare il Fiorentino, adesso le oscillazioni romane convergono su Palazzo Vecchio per bloccare la lettizzazione del Pd.
Renzi è l'unico che può dare smalto a un partito che rischia di entrare nel vortice dell'orgoglio democristiano per non uscirne mai più. Il sindaco di Firenze lo sa, e parla ormai da segretario con due paginate d'intervista al bravissimo Gramellini della Stampa. Una chiacchierata tra il serio e il faceto, nella quale i già celebri «renzini» con il cuore di cioccolata (più il 40 per cento di niente e il 30 di Baricco, secondo la ricetta divulgata da Crozza) addolciscono parecchie pillole. Spesso scontate, come Matteo ci ha abituato. Ma che possono avere un loro peso - e persino un cuore al retrogusto di cianuro. Il primo pensierino facile facile viene indirizzato a Palazzo Chigi, dunque, all'indomani di un incontro chiarificatore con Letta «senza giri di parole: ci siamo mandati a quel paese nei rispettivi slang, io l'ho insultato in fiorentino, lui mi ha risposto in pisano».
Renzi riferisce che «anche Letta ha capito che bisogna cambiare e sa che, con me segretario, il governo sarebbe più forte, non più debole». Gli ho detto, prosegue, che se diventassi segretario del Pd non mi chiederei ogni giorno cosa fare per danneggiare lui e Alfano, il mio non sarà mai un partito con la matita rossa per fare le pulci al governo». Allora che fare, in attesa delle elezioni che di questo passo potrebbero arrivare, chissà, persino nel 2018 «nonostante i Mondiali di calcio in Russia»? Matteo gioca ma va al sodo. «Volete capire che sono molto ambizioso, ma non ho fretta? Se Enrico dura dieci anni, farò dell'altro. Tanto tra dieci anni avrò l'età che ha lui adesso». E difatti la sua road map prevede anche di ripresentarsi per la poltrona di Palazzo Vecchio: sarà sindaco e segretario insieme, giurano i suoi fedelissimi.
Critico con Berlusconi, generoso con Alfano, inclemente con i Giovanardi e «quelli che votavano Ruby nipote di Mubarak e adesso dicono che Berlusconi non ha i requisiti morali: maramaldi ruffiani e pavidi», Renzi immagina che Letta sia un «bipolarista convinto».

Ma le accelerazioni in casa Pd, dove gli ex ds sono in subbuglio per l'orgoglio dc sfoderato dal premier, fanno pensare piuttosto a un «anno zero». A un sommovimento generale nei prossimi mesi, di cui la segreteria di Renzi sarà soltanto il primo passo.

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