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Riparte il cantiere giustizia "La riforma non i fermerà"

Riparte il cantiere giustizia "La riforma non i fermerà"

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Riparte il cantiere giustizia "La riforma non i fermerà"

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«La riforma ordinaria della giustizia su abuso d’ufficio, inappellabilità e stretta sulle intercettazioni è già realtà, ci sarà un secondo step di prossimo conio». È il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, rispondendo a una domanda del nostro direttore Augusto Minzolini al convegno su Destra e Sinistra organizzato da Francesco Giubilei e Nazione futura, a sottolineare l’iter della riforma ordinaria su questioni delicatissime: «Si tratta di una serie di interventi di “carotaggio qualificato” alla riforma», sottolinea Sisto, che ricorda come le modifiche in senso garantista siano «parte integrante del programma elettorale condiviso. Abbiamo la responsabilità di portare a casa quello che abbiamo promesso», sottolinea l’esponente di Forza Italia.

Oggi al Senato arriva il disegno di legge che contiene le modifiche annunciate appena prima dell’estate. Si va verso l’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale che prevede il reato di abuso d’ufficio, che tanti danni ha fatto («Ce lo chiedono i sindaci Pd», ricorda sempre il Guardasigilli Carlo Nordio), verrà rimodulato il traffico di influenze (articolo 346 bis), verrà stabilita l’inappellabilità di alcune sentenze di assoluzione. Arriva anche la stretta alla pubblicazione delle intercettazioni con il divieto di rilascio di copia delle intercettazioni delle quali è vietata la pubblicazione («basta col Bronx, finalmente deciderà un giudice», sottolinea Sisto), in attesa di una «riforma radicale contro l’attuale livello di imbarbarimento» (Nordio dixit) e infine si ripristinano le tutele sul diritto alla difesa rispetto all’avviso di garanzia (che non sarà più pubblicabile finché non siano concluse le indagini preliminari) e sulla custodia cautelare, con l’introduzione del principio del contraddittorio preventivo.
Oggi in commissione Affari costituzionali alla Camera e in commissione Giustizia al Senato riprendono le audizioni: tra le più attese quelle del numero uno Anac Giuseppe Busia, per presidente delle Camere penali Giandomenico Caiazza e quelle del leader dell’Anm Giuseppe Santalucia. Sullo sfondo resta il nodo delle riforme costituzionali, su cui lo stesso Sisto ammette che servirà del tempo. «Andremo avanti, magari lenti ma implacabili, per una riforma nell’interesse dei cittadini», insiste Sisto. Il percorso non sarà facile ma «non c’è alcun rischio che le riforme non si facciano».

Il cuore è la separazione delle carriere e la modifica del Csm, su cui l’Anm oggi annuncerà barricate e (forse) scioperi. «Lo dicono gli articoli 104 e 111, solo il giudice è terzo e imparziale, la magistratura è autonoma e indipendente - è la conclusione di Sisto - dunque la riforma è già nelle viscere della Carta».
La riforma costituzionale rischia di intrecciarsi con quella sul premierato e di finire su un binario morto. Fonti di Forza Italia non nascondono alcune perplessità sui tempi, in attesa del vertice di domani sulle riforme. «La coesistenza è un problema logistico, ma noi non siamo fermi», assicura Sisto. Tutto a posto, quindi? Non proprio. Nella maggioranza ci sono pesanti resistenze alle riforme «ordinarie», vedi la contrarietà della leghista Giulia Buongiorno sull’abolizione dell’abuso d’ufficio.
C’è il tema degli organici del magistrati («Raddoppiamoli», dice provocatoriamente Sisto), sebbene ce ne siano almeno duecento «fuori ruolo» e dentro il ministero che secondo Enrico Costa del Terzo Polo «interferiscono con l’azione legislativa del ministero».

Che Nordio sia in difficoltà con i suoi alleati lo testimonierebbe un documento che secondo alcune indiscrezioni di stampa solleverebbe questioni di incostituzionalità sul provvedimento di metà estate ispirato dal Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che allarga il ventaglio delle intercettazioni su alcuni reati di mafia. Una specie di do ut des per ammorbidire una parte della magistratura, convinta che una riforma delle intercettazioni sia comunque necessaria, salvaguardando quelle su mafia e criminalità organizzata. «Da oggi la palla passa al Parlamento, dove si scontreranno due maggioranze trasversali. La partita sulla giustizia si annuncia in salita.

Come sempre, da trent’anni a questa parte.

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