"10mila riservisti pronti in 48 ore": la proposta leghista in caso di guerra

Il progetto parlamentare arriva dalla Lega. La riserva militare, composta da 10mila uomini, sarebbe sotto il controllo del governo. Ma l'autorizzazione arriverà dal Parlamento

Un gruppo di riservisti di ritorno dai combattimenti a Khan Younis
Un gruppo di riservisti di ritorno dai combattimenti a Khan Younis
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Una riserva militare da mobilitare rapidamente in caso di grave minaccia per la sicurezza del Paese o di stato d'emergenza. Questo è quanto prevede la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dal presidente della Commissione Difesa di Montecitorio, Antonino Minardo (Lega). Del resto, dopo la cancellazione della leva obbligatoria, l'Italia ha solo soldati professionisti o volontari. Ma in caso di conflitto - è il ragionamento politico - chi verrebbe arruolato? Chi dovrebbe imbracciare le armi e "andare al fronte"? L'Italia non ha dei riservisti (come invece altri Paesi) e ora si appresta quindi a crearli.

"Nei più importanti paesi europei ma anche negli Stati Uniti e in Israele – sostiene Minardo – la riserva è un meccanismo consolidato e per certi versi irrinunciabile dello strumento militare. Con questa proposta di legge non veniamo incontro solo ad una necessità avvertita da più parti di essere pronti ad ogni evenienza e di dare pronta attuazione a quanto previsto dalla legge delega del 2022 ma anche di rispondere al sentimento diffuso tra i nostri cittadini di mettersi a disposizione del Paese e di dare una mano agli altri soprattutto nelle situazioni di emergenza come quelle che abbiamo vissuto durante la pandemia". Il progetto era già stato illustrato qualche giorno fa già dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e che aveva provocato l'ironia di alcuni ambienti dell'opposizione che avevano parlato di "Sturmtruppen meloniana".

Nella proposta Minardo, depositata nelle scorse ore alla Camera, l'esercito dei riservisti dovrebbe comprendere 10mila uomini con età non superiore ai 40 anni che verrebbero attinti esclusivamente dal bacino dei cittadini italiani che hanno già prestato servizio come Volontari in Ferma Triennale (VFT) o Volontari in Ferma Iniziale (VFI) e che attualmente sono in congedo. Tutto questo permetterebbe di selezionare, su base volontaria, personale già formato e addestrato dalle Forze Armate e di fatto idoneo a essere utilmente e rapidamente mobilitato in caso di necessità e urgenza. Anche nel giro di sole 48 ore.

La riserva, secondo la pdl, potrebbe essere mobilitata dal governo sia in tempo di conflitto o di grave crisi suscettibili di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato, sia per la difesa dei confini nazionali, sia in caso di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei ministri.

"Tuttavia – spiega il presidente della Commissione Difesa di Montecitorio – la decisione di mobilitare la riserva non spetterebbe solo al governo in quanto andrebbe poi tempestivamente approvata dalle Camere per autorizzarla o respingerla in tempi estremamente brevi. In questa maniera contiamo di bilanciare la necessaria rapidità di mobilitazione con l'irrinunciabile centralità del Parlamento".

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