"Roba indegna volgare, sessista e insultante”. Calenda a tutto spiano contro Magi

Riccardo Magi al Pride di Roma ha esibito un cartello volgare e sessista contro Meloni. Lui prova a difendersi: "Oggi la destra si sveglia politicamente correttissima"

"Roba indegna volgare, sessista e insultante”. Calenda a tutto spiano contro Magi
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"Amica dei diktators". Riccardo Magi, segretario di Più Europa si è presentato al Pride di Roma con questo cartello tra le mani con la faccia di Giorgia Meloni. Una scritta volgare e fuori luogo per il doppio senso creato con la parola "dittatori" in inglese, storpiata per richiamare la parola che nella stessa lingua richiama i genitali maschili. Molte le ovvie polemiche per questa esternazione non degna di un parlamentare della Repubblica, che ci si aspetterebbe, e sarebbe comunque fuori luogo, da parte di un manifestante qualunque.

Riccardo Magi

"Ecco il livello delle opposizioni. Siamo stanchi — e disgustati — da questi metodi che da anni alimentano odio, istigano alla violenza e colpiscono in particolare le donne di centrodestra con insulti sessisti mascherati da satira. Magi dovrebbe solo vergognarsi", ha dichiarato Elisabetta Gardini, parlamentare di Fratelli d'Italia. "Un omuncolo rancoroso che sfoga la propria frustrazione contro una donna che ha avuto il coraggio, la forza e il consenso che a lui non basterebbero dieci vite per conquistare", ha concluso la parlamentare. Inaspettate critiche sono arrivate anche da un partito di opposizione, Azione, per bocca del suo leader Carlo Calenda, che ha definito il cartello come roba "indegna, volgare, sessista e insultante. E se invece della faccia della Meloni ci fosse stata quella della Schlein ci sarebbe stata una giusta indignazione generalizzata. Spero che gli amici di +Europa si scusino rapidamente".

Da parte sua, Magi cerca di difendersi ribaltando la questione e accusando il centrodestra di ipocrisia: "Ci mancava solo la destra contro il free speech, per il politicamente corretto e totalmente priva di ironia, oltre che di onestà intellettuale.

Dopo anni a farci le lezioncine sulla libertà di parola che loro usano per offendere le persone Lgbti e le altre minoranze e contro il politicamente corretto, oggi la destra si sveglia politicamente correttissima e indignata mi definisce sessista perché ieri al Pride avevo un cartello con un evidente gioco di parole: Meloni amica dei Dick-tators, alludendo alle politiche omofobe messe in campo dagli alleati ideologici di Meloni: Trump, Putin e Orban". Una scusa che difficilmente regge, per un cartello che, come dice Calenda, se fosse stato fatto a parti invertite avrebbe scatenato le ire funeste delle femministe e di tutto l'arco parlamentare di opposizione.

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