La Russia respinge la «no fly zone» su DamascoE l'Arabia Saudita invia armi ai rivoltosi

Era uno dei temi più caldi da affrontare subito, all'inizio del G8 in corso in Irlanda del Nord. Ma la Siria ha continuato a dividere Obama e Putin, i due presidenti che nei confronti del regime di Assad mantengono posizioni ancora molto lontane. Il presidente Usa ha chiesto di isolare il dittatore siriano, ma Mosca ha ribadito la sua ostilità a misure drastiche. In particolare a una «no fly zone» sulla Siria (che utilizzerebbe basi di appoggio in Giordania), una iniziativa che era già stata bocciata nei giorni scorsi dal ministro degli Esteri russo Lavrov perché «violerebbe il diritto internazionale». Il portavoce di Lavrov ha spiegato: «Tutte queste manovre intorno alla no-fly zone e vari corridoi umanitari sono una diretta conseguenza del disprezzo del diritto internazionale. Come viene introdotta una tale zona, e poi come viene implementata, lo abbiamo visto in particolare nel caso della Libia. Non vogliamo una ripetizione di questo nel conflitto siriano. Per principio non permetteremo un tale scenario».
Alcuni leader europei hanno però contestato a Putin anche il sostegno al regime di Assad attraverso la fornitura di armi.

Intanto l'intelligence tedesca ha rivelato che l'Arabia Saudita ha in programma l'invio di missili terra-aria, di fabbricazione europea, ai ribelli siriani. I missili sono simili a quelli utilizzati dai mujaheddin in Afghanistan negli anni '80.

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