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Salvini dopo le rivelazioni de il Giornale: "Stop a ogni permesso per gli islamici"

Il leader della Lega: "Altro che integrazione, serve accordo chiaro con lo Stato italiano". Nel mirino del vicepremier le dichiarazioni dell'attivista Ibrahim Youssef

Salvini dopo le rivelazioni de il Giornale: "Stop a ogni permesso per gli islamici"
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Pugno duro contro i musulmani. Lo invoca il leader della Lega Matteo Salvini sui social, dopo le rivelazione di ogg de il Giornale e commentando l'articolo "Ecco la strategia islamista, nel 2050 saremo il 10%: nessuno sarà contro di noi", pubblicato sulle nostre colonne. "Ci mancava anche un partito islamico, altro che integrazione. Stop a ogni permesso per moschee o centri islamici, finché anche loro non firmeranno un accordo con l’Italia, con cui si impegneranno a rispettare le nostre leggi e tradizioni", ha tuonato il vicepremier. "Questo propone la Lega, speriamo che altri ci sostengano.

Ricordiamo che l'islam non ha mai sottoscritto con lo Stato italiano un accordo, a differenza di molte altre come la Chiesa cattolica, i cui rapporti con Roma sono regolati dall'articolo 7 della Costituzione (Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale), i valdesi, i pentecostali, gli ebrei, gli avventisti, gli induisti, i buddisti, gli anglicani gli ortodossi, i mormoni e i luterani. Tutte queste intese sono previste dall'articolo 8 del documento fondante della Repubblica, che recita: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze".

In particolare, nel mirino di Matteo Salvini è finito l'intervento nel podcast "Strong Talks" di Ibrahim Youssef, che su Facebook si definisce "divulgatore, dottore in Scienze Politiche e Filosofia, volontario dell'Islamic Relif Italia e attivista dei Giovani Musulmani d'Italia". La discussione con l'host del programma Abed Elbakki Rtaib, disponibile su YouTube, si è concentrato sull'influenza politica che i musulmani potranno avere in Italia nel futuro. Secondo il Pew Research Center, nel 2050 i fedeli dell'islam nel nostro Paese saranno il 9,6% della popolazione. "Partendo dall'ipotesi che questo 9,6% abbia cittadinanza italiana e possa votare, capite che la comunità musulmana avrà un impatto enorme dal punto di vista politico. Se votassero tutti, un partito come la Lega non si permetterebbe mai di andare contro la comunità islamica, perché altrimenti non potrebbe vincere", afferma Youssef. "Bisogna far sì che quando un musulmano entra in politica, noi lo appoggiamo. Che promuoviamo il massimo che dev'essere promosso. Il musulmano in politica non può promuovere tutto quello che un musulmano dovrebbe promuovere, però step by step...".

Un quadro inquietante, quello dipinto dal sedicente divulgatore, che punta a una sottomissione "gentile" e graduale delle istituzioni occidentali alla religione islamica, approfittando della tolleranza, di una politica migratoria fino ad ora incontrollata e, almeno per il momento, della rapida diffusione di sentimenti anti-ebraici che, spesso e

volentieri, sono sfociati in un appoggio alla religione di Maometto da parte di frange della popolazione, come donne ed esponenti del movimento Lgbt, che sarebbero le prime vittime dell'imposizione della legge del Corano.

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