Sanità, Napolitano: "Chi ha più reddito paghi di più"

Dopo l'allarme di Monti sulla sostenibilità del SSN, anche Napolitano dice la sua: "Non dobbiamo regredire, giusto chiedere di più ai cittadini con maggiore reddito"

Sanità, Napolitano: "Chi ha più reddito paghi di più"

Era il 27 novembre quando Mario Monti lanciò l'allarme sul sistema sanitario nazionale la cui "sostenibilità futura potrebbe non essere garantita, se non si individueranno nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni".

Parole che scatenarono subito il putiferio (la Cgil e una parte della classe politica si scagliarono contro il premier accusandolo di voler privatizzare la sanità) e che vennero rettificate l'indomani invocando un travisamento mediatico.

A distanza di pochi giorni, il tema torna a tenere banco. Questa volta è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a riprendere i fili del discorso, a lodare il "Servizio sanitario nazionale" che "ha fatto del nostro paese uno dei più avanzati", e ad avvertire che "non dobbiamo regredire e non dobbiamo abbandonare quella scelta che è un titolo di civiltà per il nostro paese".

Ma la dichiarazione del Colle che probabilmente farà più discutere è quella relativa proprio alla sostenibilità futura del SSN. Su questo punto, il capo dello Stato, intervenendo alla presentazione della relazione sullo stato sanitario del paese, è stato chiaro. "È giusto chiedere ai cittadini che possono di dare un maggiore contributo al Servizio sanitario pubblico in ragione delle loro capacità economiche". Insomma, oltre agli investimenti sulla ricerca e alla capacità di attrazione di capitali esteri paventate da Monti, Napolitano si spinge oltre, lanciando l'idea che i ricchi, quelli con maggiore reddito, paghino di più.

Ma il capitolo più complesso e controverso è quello relativo sui tagli e sulla spending review sul quale Napolitano ha spiegato che bisogna "intervenire su strutture che provocano spese abnormi, insostenibili e che possono creare degenerazioni corruttive", anche se "quando si dice che bisogna tagliare si creano molte difficoltà, tensioni, casi molto delicati ed errori".

Secondo il capo dello Stato, la prospettiva è quella "di proseguire secondo quella visione di selezione attenta degli interventi" e di arrivare "alla riduzione e contenimento della spesa attraverso provvedimenti di innovazione e razionalizzazione del sistema, senza nulla togliere ai diritti dei
cittadini
".

In realtà, ai cittadini qualcosa è stato già tolto. Sicuramente la fiducia nel nostro sistema del welfare, almeno stando ai dati di una ricerca del Censis, secondo cui "il 63% dei cittadini ritiene che non offre una buona copertura per i diversi rischi, per il 75% non riesce a contenere le diseguaglianze sociali, per il 79% costa troppo al bilancio pubblico".

Presentando oggi a Roma la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2011, il ministro della Salute, Renato Balduzzi ha spiegato che "il nostro SSN ha

affrontato la crisi con una dotazione di risorse in sanità inferiore dei paesi Ocse: la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta di appena l’1,6% su base annua, a fronte del 4% osservato nel complesso dei paesi Ocse".

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